Sarebbe stata una pen-drive a tradire il maresciallo dei Carabinieri, Giuseppe Iannini, posto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Dda di Napoli e condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Caserta. Il sottufficiale è ritenuto responsabile di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, aggravato dalla finalità mafiosa.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Iannini, che è stato sospeso dal servizio, avrebbe passato informazioni riservate all’ex sottosegretario del governo Berlusconi, Nicola Cosentino.
Informazioni delicate contenute appunto in un “memory” rinvenuta a casa dell’ex parlamentare dopo il suo arresto avvenuto il 3 aprile 2014 e il cui contenuto è relativo ad atti giudiziari, quali informative di reato, richieste di intercettazioni ed ulteriori atti riguardanti collaboratori di giustizia, coperti dal segreto d’ufficio. Secondo quanto apprende l’Ansa, le informazioni sarebbero relative a presunti rapporti con la camorra da parte dell’ex presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro.
Dopo accertamenti tecnici, gli inquirenti, coordinati dal Procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, sono risaliti alla “fonte” che avrebbe passato queste informazioni a Cosentino, individuando in Giuseppe Iannini il presunto responsabile del reato.
Il maresciallo, scrive la Dda, avrebbe “volontariamente rivelato all’ex deputato, atti coperti da segreto di ufficio, di cui era a conoscenza ed in possesso in virtù del decennale periodo di servizio presso il Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna (Napoli), mediante la consegna di una pen-drive contenente informative e note investigative con richieste di intercettazioni sul clan Puca di Sant’Antimo e sui suoi contatti con esponenti istituzionali ed imprenditori”.
Le indagini tecniche hanno altresì evidenziato che Cosentino era in possesso anche delle versioni informatiche di un falso verbale d’interrogatorio apparentemente reso da un collaboratore di giustizia, in relazione al quale l’imputato aveva ammesso solo il possesso di una copia cartacea, sempre rinvenuta nella medesima perquisizione del 2014.
Contestualmente all’esecuzione del provvedimento cautelare è stato notificato a Nicola Cosentino, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari fuori dalla regione Campania, un decreto di perquisizione personale e locale, nonché informazione di garanzia in ordine al reato di ricettazione aggravata dalla finalità mafiosa per aver ricevuto e detenuto la pen-drive contenente i dati coperti da segreto istruttorio.
L’indagine costituisce il proseguimento dell’attività investigativa, avviata dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Caserta sin dal marzo del 2011, che ha già consentito l’esecuzione di 23 provvedimenti cautelari a carico di imprenditori, funzionari pubblici, esponenti del mondo politico ed appartenenti alla criminalità organizzata, nonché il sequestro di beni e complessi aziendali per un importo stimabile in più di cento milioni di euro.
L’Arma dei Carabinieri ha provveduto, contestualmente all’esecuzione della misura cautelare, a sospendere dall’impiego in via precauzionale il maresciallo Iannini, secondo il regolamento militare.
Sempre giovedì, l Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito ulteriori perquisizioni in varie località del territorio nazionale delegate dalla Procura della Repubblica e relativi a ulteriori documenti informatici rinvenuti nell’abitazione di Nicola Cosentino il 3 aprile 2014, al fine di approfondire spunti investigativi connessi alle attività di altre persone già sottoposte ad indagini dall’Ufficio.