E’ stato il televirologo filogovernativo che più di tutti ha spinto per le restrizioni anticovid e per le vaccinazioni. Adesso una clamorosa retromarcia, almeno sul lasciapassare verde. L’infettivologo del San Martino di Genova si scaglia contro il discriminatorio Green pass, semplice e rafforzato, e si appella ai cittadini che se la situazione della certificazione verde dovesse perdurare oltre il 31 marzo (fine dello stato di emergenza), meglio che tutti scendano in piazza.
Una posizione dura, quella di Bassetti, con cui in qualche modo replica senza citarlo a Walter Ricciardi, consulente ascoltato del governo nonché spalla del ministro Speranza, il quale ha sostenuto come fosse “giustissimo prorogare il sistema del Green pass in Italia oltre l’estate”.
“Se il Green pass” covid in Italia – replica a stretto giro Bassetti all’Adnkronos Salute – “è stato messo per far vaccinare la gente, e io l’ho sempre sostenuto per questo, allora dovrebbe esaurire il suo compito, se invece il Green pass è stato messo per altro allora devono spiegare ai cittadini la ragione per cui l’hanno messo. Io da medico, oltre il 31 marzo non lo sostengo. Quindi sarà una decisione politica, non sanitaria e dovranno spiegarlo agli italiani. Però a quel punto non ci sarà soltanto chi c’è stato fino ad oggi in piazza, ma ci saranno tutti perché non avranno più nessuno che li difende”.
L’infettivologo ligure aggiunge che “se si tratta di prorogare il Green Pass per prendere un aereo, un treno o per entrare in un ospedale o in una Rsa mi pare corretto ma se si tratta di estendere il Green pass così come è oggi che anche per andare a prendere un pacchetto di sigarette o un caffè devi mostrarlo, mi pare un mostrare i muscoli che non so a cosa serva”, sottolinea Bassetti.
In sostanza, “se al 31 marzo siamo arrivati a far vaccinare il 90% degli italiani che sommati a quelli che hanno fatto la malattia naturale e sono guariti, vuol dire avere quasi un 97% di immunizzati, e per quelli più a rischio che sono gli over 50 gli abbiamo messo l’obbligo vaccinale per cui non possono andare a lavorare se non si vaccinano, mi si deve spiegare la ragione per cui si continua con il Green Pass”.
“Io – ricorda Bassetti – ho subito per il Green Pass scorte, minacce di morte, perché l’ho sempre sostenuto come strumento per far vaccinare la gente. Esaurito quel compito, è indifendibile. Anche perché se guardiamo intorno a noi non mi pare che altri Paesi lo continuino a tenere una volta che hanno in qualche modo raggiunto l’obiettivo. L’obiettivo è raggiunto al 31 marzo, quindi con la fine dell’emergenza deve finire il Green pass. Prorogarlo oltre il 31 marzo – insiste – la ritengo una stupidaggine, che finirà per penalizzare pesantemente il nostro Paese rispetto al resto d’Europa. E il conto, – conclude – quando saremo un Paese che la gente non vorrà visitare, bisogna vedere a chi presentarlo”.