Il capitano del Nucleo operativo ambientale dei Carabinieri (Noe), Giampaolo Scafarto, è indagato dalla procura di Roma per falso come autore di un’informativa dell’inchiesta Consip in cui da un lato avrebbe accreditato erroneamente la presenza dei servizi segreti durante l’indagine e dall’altro attribuito ad Alfredo Romeo e non a Italo Bocchino la frase intercettata che recita “(Tiziano)…Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato”.
“Questa frase – scrisse Giampaolo Scafarto – assume straordinario valore e consente di inchiodare alle sue responsabilità il Renzi Tiziano in quanto dimostra che effettivamente il Romeo e il Renzi si siano incontrati (circostanza, questa, che verrà riferita a verbale da Alfredo Mazzei sentito il 2 gennaio 2017), atteso che il Romeo ha sempre cercato di conoscere Renzi Matteo senza pero’ riuscirvi”.
“Tale affermazione – scrivono i pm di Roma – era stata proferita da Bocchino come peraltro correttamente riportato sia nel sunto sia nella trascrizione”. Lunedì Scafarto si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il legale ha fatto sapere che il suo assistito “chiarirà tutto”.
Sulla vicenda interviene l’ex premier Matteo Renzi, figlio di Tiziano, che spiega: “Ho appreso la notizia questo pomeriggio dall’agenzia, ho chiamato io mio padre e la reazione è immaginabile, si è messo a piangere. E’ pure sempre un uomo di 65 anni e questa vicenda è una cosa grossa che colpisce come accadrebbe a qualunque famiglia. Infatti sto andando a casa perché voglio portare i miei figli a cena dal nonno”.
“È molto strano – dice Matteo Renzi da Vespa – quello sta avvenendo ma ho totale fiducia nella magistratura. Non abbiamo nulla da nascondere. Sarebbe facile per me venire qui oggi e dire, essendo in corso un’indagine per falso, “avete visto…”, niente di tutto questo, chiedo come cittadino che tutti abbiano totale fiducia nella magistratura e lo dico oggi che è più facile di due mesi fa perché credo che la verità viene sempre a galla”.
“Non credo nei complotti e nelle manovre, credo nella giustizia, bisogna aspettare le sentenze. Certo se le sentenze le fanno i giornali o i politici è problema per tutti. Dobbiamo aspettare i magistrati e se un carabiniere non risponde è un problema suo, io credo nell’Arma dei Carabinieri”.
Sul caso Consip la procura di Roma nelle scorse settimane aveva revocato l’inchiesta al Noe per sospette fughe di notizie, delegando le indagini al nucleo investigativo dell’Arma. Le informative dei militari sarebbero passate dalle redazioni dei giornali prima di essere trasmesse ai titolari dell’inchiesta in procura.
ORLANDO: “RISVOLTI INQUIETANTI” – Martedì 11 aprile il ministro della Giustizia Andrea Orando in Sicilia ha affermato che “la vicenda Consip e le sue irregolarità sono emerse anche grazie all’attenzione della magistratura e la fiducia nella giustizia non va messa in discussione. È una vicenda nella quale non posso, e né voglio entrare, se non per dire che è una vicenda, per il profilo emerso, inquietante”.