Primo giorno di scuola per milioni di studenti in Italia. La campanella per grandi e piccoli è suonata stamane in diversi plessi scolastici di molte regioni. Alcune apriranno le aule tra domani e dopodomani. Caro libri: è di nuovo polemica.
Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini per l’inaugurazione dell’anno scolastico 2016/2017 affida al suo profilo Facebook gli auguri agli studenti: “Stamattina milioni di studenti celebrano il rito del primo giorno di scuola. Con quel carico di aspettative e anche di preoccupazioni che il ritorno tra i banchi porta con sé. Ai nostri ragazzi, alle loro famiglie, agli insegnanti e a tutto il personale della scuola faccio i miei migliori auguri”.
“Sarà un anno di sfide importanti e grandi responsabilit”, aggiunge il ministro che aggiunge: “Le affronteremo con molti strumenti in più rispetto al passato, per fare della scuola il vero motore del cambiamento. Uno spazio da abitare non solo durante l’orario delle lezioni. Una scuola al centro di ogni comunità, aperta alle realtà che la circondano, alle famiglie, al territorio. Una nuova scuola, insieme. Benvenuti, bentornati, buon inizio”, conclude il ministro nel suo post su Facebook.
Intanto, come ogni anno si ripresenta il “caro libri”. Molte famiglie a causa della crisi non possono permettersi di spendere centinaia di euro. Tra usato e web è scattata la “lotta” di studenti e famiglie contro il “balzello”.
Si calcola che tra testi e dizionari la spesa media si aggira intorno ai 500 euro, con punte di più di mille euro per gli alunni delle prime classi dei licei. E se tra le bancarelle dei mercatini in crisi la difficoltà è soltanto districarsi tra i codici delle nuove e “vecchie” edizioni, spunta sempre più forte l’online: secondo i dati raccolti da Skuola.net, quasi 2 studenti su 3 avranno, infatti, sui banchi libri prevalentemente nuovi ma anche l’usato.
Per la prima volta, inoltre, meno della metà delle famiglie si rivolgerà alle librerie. Salgono siti di e-commerce e ipermercati. E c’è anche chi, come il Codacons, propone alle famiglie di rinunciare all’acquisto di “corredi firmati” per destinare la differenza non spesa alle vittime del terremoto.