Perquisizione dei Carabinieri nel Municipio di Quarto (Napoli) dove stanno acquisendo documenti nell’ambito dell’inchiesta su presunti infiltrazioni della camorra nell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rosa Capuozzo (M5s). Il decreto è stato adottato dal pm della Dda di Napoli Henry John Woodkock e dai procuratori aggiunti Beatrice e Borrelli.
I Carabinieri stanno eseguendo perquisizioni anche nell’abitazione del sindaco che – secondo quanto apprende l’Ansa – non è indagata. Dall’inchiesta al momento non emerge alcuna compromissione del sindaco Capuozzo con la camorra.
La vicenda delle presunte infiltrazioni camorristiche e il voto di scambio al comune di Quarto, nasce da una inchiesta del pm napoletano che indaga sul ruolo di un imprenditore in odor di camorra e dell’ex pentastellato (espulso dal movimento), Giovanni De Robbio.
In una intercettazione del giugno scorso l’imprenditore Alfonso Cesarano, avrebbe dato indicazioni al clan dei Polverino di appoggiare al ballottaggio a Quarto, il candidato a sindaco dei Cinque Stelle, Rosa Capuozzo: “Adesso – avrebbe detto al suo interlocutore – si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di ottant’anni. Si devono portare là sopra, e devono mettere la X sul Movimento 5 Stelle”. Spiegando poi che una volta vinte le elezioni “l’assessore glielo diamo noi. E lui ci deve dare quello che noi abbiamo detto che ci deve dare. Ha preso accordi con noi. Dopo, così come lo abbiamo fatto salire così lo facciamo cadere”.
Intercettazioni che bruciano. Il quotidiano torinese La Stampa le pubblica e scoppia il finimondo. De Robbio in cambio di voti avrebbe promesso a Cesarano la gestione del campo sportivo e comunque di agevolarlo negli affari legati alla amministrazione comunale, scrive il quotidiano.
Polverone e bufera sul M5S col Pd sulle barricate. La polemica costringe Beppe Grillo a prendere le difese del sindaco di Quarto. Dopo qualche giorno, il leader del Movimento invita Rosa Capuozzo a dimettersi da sindaco in modo da far cadere giunta e consiglio e andare a nuove elezioni. Ma la sindachessa non intende seguire il capo, convinta della sua buona fede e della sua onestà: “Dimettermi?, ci devo pensare”, ha detto a stretto giro.
Le polemiche non si placano e, tra botte e risposte politiche, l’inchiesta della magistratura va avanti. Oggi le perquisizioni, domani, forse sviluppi più clamorosi.