Scoperto un mondo alieno che somiglia a Giove, ma con un’orbita simile a quella di una cometa e sbalzi termici incredibili: si chiama HD 80606 b, si trova a 190 anni luce dalla Terra e costringe a ripensare le teorie sulla formazione dei sistemi planetari. Descritto sull’Astrophysical Journal Letters, il pianeta è stato osservato con il telescopio Spitzer della Nasa dal gruppo coordinato da Julien de Wit, del Massachusetts Institute of Technology (Mit).
Il pianeta ruota intorno alla stella HD 80606, che forma un sistema binario con la stella HD 80607, nella costellazione dell’Orsa Maggiore. Ha la massa 4 volte quella di Giove e il suo giorno dura circa 90 ore. Appartiene alla categoria dei cosiddetti “Giove caldi” cioè giganti gassosi che ruotano molto vicini alle loro stelle, come la maggioranza degli oltre 2.000 pianeti esterni al Sistema Solare finora scoperti.
A differenza degli altri “Giove caldi” osservati finora, HD 80606 b segue un’orbita molto ellittica, simile a quella di una cometa, che lo porta ad avvicinarsi molto al suo sole, quasi fino a sfiorarlo. Il pianeta impiega 111 giorni per compiere un’orbita completa intorno alla stella e la fase di massimo avvicinamento dura circa 20 ore, durante le quali la sua superficie si riscalda fino a superare 1.100 gradi.
“Se la Terra dovesse avvicinarsi così tanto al Sole, perderebbe la sua atmosfera e la superficie sarebbe trasformata in magma”, ha detto de Wit. Non appena il pianeta si allontana, raggiunge temperature così fredde da diventare invisibile al telescopio Spitzer.
Il pianeta era noto dal 2009 ma solo adesso le osservazioni agli infrarossi hanno reso possibile tracciarne l’identikit. Secondo i ricercatori il pianeta avrebbe avuto inizialmente un’orbita circolare, ma a un certo punto la compagna della sua stella lo avrebbe perturbato spingendolo in un’orbita eccentrica. Adesso il gigante gassoso sarebbe in una fase di transizione, perché la forza di gravità della sua stella starebbe riducendo lentamente l’eccentricità dell’orbita fino a renderla circolare nei prossimi 10 miliardi di anni. (Ansa)