«Il misterioso algoritmo della “Buona scuola” sta creando disagi enormi ai professori del Sud e agli studenti. Ecco perché il ministro dell’Istruzione deve promuovere una maggiore trasparenza e chiarire quali siano i criteri che determinano la mobilità dei docenti».
È quanto dichiara la deputata del M5S Federica Dieni che, sulla questione, ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli.
«La “Buona scuola” – spiega la parlamentare –, rischia di creare una situazione intollerabile per molti docenti del Sud. Nell’anno scolastico 2016-2017 sono 207 mila i professori trasferiti (pari al 30% dell’organico di ruolo complessivo degli insegnanti statali). Di questi, in 60 mila hanno lasciato la cattedra vacante al Centro-nord per rientrare al Centro-sud, usufruendo dell’istituto dell’assegnazione provvisoria».
«Il ministro Fedeli – prosegue Dieni –, in risposta all’interrogazione del Movimento 5 Stelle del 25 gennaio scorso, aveva chiarito che “la disponibilità di questo numero rilevante di posti rende ragionevole consentire a tutti, per il solo anno scolastico 2017-2018, di far domanda di mobilità seppure nella limitata misura del 40%, in luogo del 100% dello scorso anno e del 50% di prassi” e che, a partire dal prossimo anno scolastico, “la continuità didattica verrà assicurata anche dall’applicazione delle disposizioni ordinarie in materia di assegnazioni provvisorie, venuto meno il regime transitorio di cui al richiamato comma 108, che valeva solo per l’anno scolastico 2016-2017, con la conseguenza che per l’anno scolastico 2017-2018 le assegnazioni provvisorie potranno essere richieste solo come già definite per alcune categorie di docenti”.
«I problemi dei docenti meridionali del Sud – commenta ancora la deputata –, sono dunque tutt’altro che risolti. Il loro allontanamento dalle province di residenza, anche attraverso modalità di assegnazione spesso non chiare, ha pesanti conseguenze sulle loro vite, in quanto costretti a stare lontani dalle proprie famiglie, ma anche sulla stessa continuità didattica nel Mezzogiorno, incrementando in questo modo il gap formativo tra gli studenti del Nord e quelli del Sud. Del resto, molte associazioni di docenti concordano nel ritenere che la “Buona scuola” abbia provocato gravi disparità di trattamento tra i docenti, il cui destino professionale viene deciso attraverso l’uso di un algoritmo misterioso”.
“Anche il Consiglio di Stato, con diverse ordinanze, ha disposto l’acquisizione di documenti in grado di chiarire il funzionamento dell’algoritmo in questione, nonché l’effettiva sussistenza di una disomogeneità nella copertura di posti in alcune regioni, gettando ombre sull’intero processo di assegnazione».
«Il ministro Fedeli – conclude Dieni – dovrebbe perciò garantire una maggiore trasparenza e, al di là delle richieste della magistratura, spiegare il funzionamento dell’algoritmo che regola la mobilità dei docenti».