L’area interessata dall’evento sismico di questo pomeriggio a Cosenza è considerata a pericolosità sismica molto alta. Lo spiega l’istituto di geofisica e vulcanologia (Ingv) illustrando i dettagli del forte terremoto di magnitudo 4.4 avvenuto alle 17.02 di lunedì 24 febbraio, con epicentro a due km da Rende e a dieci di profondità.
Secondo il catalogo dei terremoti Italiani, aggiunge l’Ingv, l’area interessata dal terremoto odierno è stata colpita storicamente da diversi terremoti, molti dei quali di magnitudo pari o superiore a magnitudo 5: tra questi si segnalano quello del 24 maggio 1184 (Mw 6.7) e quello del 27 marzo 1638 (Mw 7.1).
Degni di nota sono anche il terremoto del 12 febbraio 1854 di magnitudo Mw 6.3 e quello del 4 ottobre 1870 di magnitudo Mw 6.2. Sono terremoti che hanno avuto quasi tutti epicentro lungo la Valle del Crati e che hanno prodotto danni molto intensi ed estesi.
Guardando la storia sismica di Rende (Cosenza), cioè le intensità prodotte dai vari terremoti e per i quali si ha l’informazione puntuale sulla località, si nota che in due casi si è verificata un’intensità MCS (scala Mercalli-Cancani-Sieberg, ndr) pari al IX grado MCS, in occasione del 1638 e del 1854.
Per il terremoto del 1184 non si ha il dato su Rende, ma l’intensità massima è stata pari al IX grado Mercalli a Cosenza e a Bisignano, tra le altre. L’ultimo evento per il quale sono stati segnalati danni a Rende e a Cosenza è quello del 20 febbraio 1980 quando si è avuta un’intensità tra il VI e il VII grado della scala Mercalli, che l’istituto ha ricalcolato in magnitudo 4.4 della scala Richter, ossia uguale a quello di oggi pomeriggio.