I Finanzieri del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Palermo, con la collaborazione dei colleghi della Compagnia della Guardia di Finanza di Marsala, facendo seguito ai fermi di indiziato di delitto emessi dalla Dda di Palermo ed eseguiti il 6 giugno 2017 nell’ambito della operazione “Scorpion Fish”, hanno eseguito altri 4 arresti. Si tratta di due tunisini e due italiani, tutti accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando di tabacchi.
Nel corso dell’indagine coordinata dal procuratore capo Francesco Lo Voi e dai sostituti procuratori della Dda di Palermo, Calogero Ferrara, Federica La Chioma e Claudia Ferrari, dopo l’esecuzione della prima ondata di arresti, per i quali il Gip ha disposto la rinnovazione di tutte le misure cautelari già emesse, sono stati anche individuati e tratti in arresto il capo e organizzatore dell’associazione a delinquere smantellata poche settimane fa – Jabranne Ben Cheikh di 28 anni, residente a Firenze (già recluso per reati legati al traffico di stupefacenti), da individuarsi come promotore dei lucrosi traffici illeciti tra la Tunisia e le coste del trapanese attuati dal sodalizio – ed un suo fidato connazionale 29enne, Tarek Ben Massoud, anch’egli attualmente recluso, per analoghi motivi, nella casa circondariale di Sollicciano (Firenze).
Contestualmente, è stato eseguito l’arresto di due incensurati italiani residenti a Menfi (Agrigento), Felice Montalbano, di 59 anni e Pietro Bono, di 64,che hanno fornito alloggio e supporto logistico all’associazione criminale, adoperandosi personalmente, unitamente ad altri responsabili di nazionalità tunisina, per il perfezionamento di più traversate illecite tra la Tunisia e l’Italia.
Proprio a Menfi, nell’abitazione di uno dei soggetti arrestati in virtù dell’ultimo provvedimento, aveva trovato rifugio un tunisino elemento di spicco del gruppo criminale, arrestato, alcune settimane orsono, dopo un drammatico inseguimento sui tetti di un complesso residenziale, nel cui contesto aveva luogo l’incidente che portava al grave ferimento di un “basco verde” del Gruppo Pronto Impiego di Palermo.
Come detto, il gip di Palermo, con l’odierno provvedimento, ha disposto altrettante misure di custodia cautelare per tutti gli altri 13 responsabili individuati, già assicurati alla giustizia in virtù dei provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla Procura della Repubblica di Palermo, eseguiti dal Gico il 6 giugno scorso. I magistrati nel corso dell’inchiesta avrebbero accertato che sui traffici di migranti, trasportati con barche di lusso ad alta velocità, si sarebbero imbarcati anche terroristi islamici.