13 Gennaio 2025

Caso migranti ‘Open Arms”, assolto Matteo Salvini: “Il fatto non sussiste”

Dopo ore di camera di consiglio il verdetto che scagiona il leader della Lega. Da ministro dell'Interno aveva impedito lo sbarco di clandestini. L'attuale vicepremier: "Fiero di aver difeso il mio Paese, rifarei ciò che ho fatto"

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Il tribunale di Palermo ha assolto il leader della Lega Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio al processo per la vicenda della nave della ong spagnola Open Arms. Secondo i giudici “il fatto non sussiste”.

Secondo l’accusa, l’attuale vicepremier e ministro dei Trasporti, ad agosto del 2019, quando ricopriva la carica di ministro dell’Interno, avrebbe impedito illegittimamente all’equipaggio dell’imbarcazione catalana di far sbarcare a Lampedusa 147 migranti soccorsi in mare.

Salvini era accusato di aver negato illegittimamente lo sbarco a Lampedusa, ad agosto del 2019, a 147 migranti soccorsi in mare dalla nave della ong spagnola Open Arms.

L’accusa era rappresentata in aula dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai pm Gery Ferrara e Giorgia Righi che, lo scorso 14 settembre, al termine della requisitoria, hanno chiesto la condanna di Salvini a 6 anni di reclusione.

L’ACCUSA
“I migranti soccorsi dalla Open Arms non avevano diritto di scendere perché malati, ma perché uomini liberi. Infatti a Salvini si contestava il reato di sequestro di persona, non di lesioni. Il problema è la libertà non la salute”, ha detto nel corso di brevi repliche il procuratore aggiunto Marzia Sabella, pubblica accusa al processo.

“Se una nave da crociera ben può costituire un comodo e pur divertente Pos temporaneo – ha aggiunto – i crocieristi a bordo che si trovano a non poter sbarcare in assenza di valide ragioni sono indubbiamente vittime di sequestro di persona”.

“Lo sbarco dei minori competeva al ministro dell’Interno, non alla Prefettura come sostiene la difesa. E i minori avevano diritto a sbarcare secondo la normativa Sar”, ha proseguito il pm.

“E’ scorretto inoltre, come fa la difesa, attribuire la giurisdizione alla Spagna, Stato di bandiera della Open Arms – ha continuato il magistrato -. La legge prevede, infatti, che la giurisdizione è del Paese nelle cui acque si trova l’imbarcazione: in questo caso l’Italia”. Sabella ha smentito che ragioni di sicurezza nazionale giustificassero il no allo sbarco.

LA DIFESA
“La Procura illumina singoli dettagli oscurando il senso generale. Il pm ha omesso di replicare a fatti gravissimi da me evidenziati durante l’arringa”, ha detto, replicando all’intervento della Procura, l’avvocato Giulia Bongiorno che difende il leader della Lega Matteo Salvini. Per Bongiorno, inoltre, il pm dimentica che l’accordo di redistribuzione di cui parlò l’ex premier Conte, citato dalla Procura nelle repliche, non era perfezionato, “mancando l’esatto numero dei migranti di cui gli Stati si sarebbero dovuti assumere la responsabilità”. Ai migranti, infine, secondo la difesa di Salvini, furono assicurati cibo e riparo durante tutta la loro permanenza sulla Open Arms.


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