Dopo la cattura del terrorista comunista Cesare Battisti, arrestato sabato in Bolivia, c’è un clima di generale soddisfazione in Italia. Con il capo dello Stato che ha espresso l’auspicio che l’ex dei proletari armati (Pac) venga subito estradato. A ruota commenti positivi arrivano dal premier Conte e del vicepremier Matteo Salvini. E se sono divisi in politica, la cattura di Battisti unisce maggioranza e opposizione con esponenti che esprimono compiacimento da una parte e dall’altra.
Soddisfatti soprattutto i parenti delle vittime di Battisti. “È fatta, credo sia la volta buona”, ha commentato Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, il gioielliere ucciso nel 1979 dai Pac in una sparatoria in cui egli stesso rimase ferito e perse l’uso delle gambe.
Maurizio Campagna, fratello di Andrea, l’agente di polizia ucciso da Cesare Battisti il 19 aprile 1979 a Milano. “Sono contento – ha detto – però la Bolivia credo sia uno di quei paesi che non concede estradizione, quindi adesso vorrei capire se ricomincia la tiritera del 2004 con la Francia, speriamo questa volta venga estradato”.
Per Adriano Sabbadin, figlio di Lino ucciso da Cesare Battisti a Santa Maria di Sala (Venezia) il 16 febbraio del 1979, “è un momento di soddisfazione dopo 40 anni di attesa, speriamo che sia la volta buona e che Battisti finalmente sconti la pena che merita. Di perdono non se ne parla”.
Le indagini dell’intelligence e dell’antiterrorismo intanto vanno avanti, in particolare sulla “rete di protezione” che lo ha aiutato nella fuga ultraventennale. La polizia ha diffuso un video nel quale si vede l’ex terrorista che prima di essere arrestato cammina tranquillo con andatura un po’ alterata, occhiali da sole e pizzetto.