Il Tribunale del Riesame ha annullato l’accusa di omicidio volontario per Chima Alinno e Brian Minteh, due dei quattro africani arrestati per la morte di Desirée Mariottini. Il Tribunale della Libertà, accogliendo le istanze delle difesa, ha inoltre derubricato l’accusa di violenza sessuale di gruppo in abuso sessuale aggravato dalla minore età della vittima e riconosciuto il reato di spaccio per entrambi. I due restano quindi in carcere.
Per mercoledì è prevista l’udienza del Riesame per Mamadou Gara, il terzo arrestato nell’ambito delle indagini per al morte della sedicenne, avvenuta qualche settimana fa in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo di Roma. Per le stesse accuse è in carcere Yusif Salia, il quarto uomo coinvolto nella vicenda arrestato a Foggia e trovato in possesso di undici chili di marijuana.
Sempre mercoledì è previsto invece l’interrogatorio di garanzia del quinto arrestato, Marco Mancini, un pusher italiano che avrebbe spacciato in zona sostanze stupefacenti e psicotrope e accusato di aver ceduto la dose letale a Desirée.
Gip: Mancini non è il pusher di Desirée
Aggiornamento 14 novembre 2018 – Resta in carcere ma non è stato lui a cedere la droga a Desiree. Ne è convinto il gip Maria Paola Tomaselli che ha confermato la misura cautelare per Marco Mancini, il pusher di 36 anni arrestato nell’inchiesta sulla morte della minorenne di Cisterna di Latina, ma ha fatto cadere nei suoi confronti l’aggravante della cessione di stupefacente a minore.
La decisione del gip è arrivata al termine dell’interrogatorio di convalida. Oggi, inoltre, nel carcere di Foggia è stato ascoltato, su rogatoria dei pm capitolini, Yusif Salia il ghanese di 32 anni catturato il 26 ottobre scorso in una baracca abusiva che si trova nel ghetto di Borgo Mezzanone. Infine arriverà nei prossimi giorni la decisione del tribunale del Riesame di Roma in merito all’istanza di scarcerazione avanzata dai difensori di un altro degli arrestati: Mamadou Gara, senegalese di 26 anni.