La tregua tra Berlusconi e Meloni è durata circa 24 ore. Il Cav dopo l’incontro con la presidente di Fratelli d’Italia, rimescola le carte dell’accordo e manda tutto in aria. L’intesa era, tra le altre questioni, di Nordio alla Giustizia, ma il leader di FI dopo poche ore propone la Casellati, in origine prevista per le Riforme.
A questo punto l’impressione è di una “messinscena”, dove di proposito si alzano tiri e veti per NON andare a governare, lasciando così campo libero a Mattarella di incaricare un tecnico alla Draghi capace di tirare fuori l’Italia dalle sabbie mobili in cui si trova, ovvero dalle macerie di questi ultimi due anni e che si annunciano macigni di carattere socio economico; una crisi spaventosa senza precedenti di cui si stanno già sentendo gli effetti con milioni di disoccupati e migliaia di imprese costrette a chiudere, soprattutto per il caro energia “pilotato” dalla stessa Ue (cui conviene la borsa speculativa di Amsterdam per spingere sul cosiddetto Green…) che glissa sulle richieste di intervento degli stati.
Un altro elemento di imbarazzo per la maggioranza e per gli altri partiti è che Berlusconi, non solo sta alzando la posta apparentemente per evitare palazzo Chigi (trovando di volta in volta il casus belli), ma ha annunciato di aver riallacciato i rapporti con Putin, con tanto di scambio di vodka vino e “dolci” letterine: “E’ un amico”, ha detto. Una nota che spiazza Meloni (e tutto l’establishment euro-atlantico) che invece si era schierata apertamente con il presidente ucraino Zelensky e contro il presidente russo.
Proprio oggi, al proposito, è stato fatto circolare un audio di Berlusconi registrato ieri in assemblea coi suoi 45 deputati, in cui il presidente di FI difende a spada tratta l’operazione speciale di Putin in Ucraina. Poi incalza sull’assenza di veri leader in Occidente e ironizza: “L’unico leader sono io”. E su Zelensky: “Non posso dire quello che penso di lui, lasciamo perdere…”.
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Insomma, la tregua è durata poche ore con inutili bracci di ferro da entrambi le parti. Se alle consultazioni al Quirinale i partiti del centrodestra andranno divisi, si capiranno molte sfumature della “sceneggiata” per NON assumersi la responsabilità di governare, pur avendo una maggioranza schiacciante nei due rami del Parlamento.
Andando vedendo capiremo molte cose, se è una ipotesi verosimile oppure FI alza la posta per ottenere più poltrone. Ma alla luce delle ultime dichiarazioni per la Meloni e per il Colle l’imbarazzo è molto forte, anche per via del fatto che gli azzurri hanno indicato il vicepresidente Tajani alla Farnesina, sede del ministero degli Esteri.