3 Novembre 2024

Dopo 30 anni di latitanza preso il boss Matteo Messina Denaro. VIDEO E FOTO

Blitz del Ros e del Gis dei carabinieri in una clinica di Palermo dove il superlatitante si curava da oltre un anno in day hospital per un cancro al colon. Era sotto falso nome. Il boss sarà trasferito in un penitenziario di massima sicurezza. Per tre decenni è stato un fantasma

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Il boss mafioso Matteo Messina Denaro, attuale 60enne, è stato arrestato dai carabinieri del Ros e del Gis dei Carabinieri, dopo 30 anni di latitanza. Era il primo superlatitante ricercato da tutti i corpi di Polizia in Italia e nel mondo.

Matteo Messina Denaro è stato arrestato in una giornata piovosa all’interno della clinica privata, “La Maddalena” di Palermo, dove si curava da oltre un anno per una patologia oncologica al colon. Stava facendo la chemio terapia ed era sotto falso nome, tale Andrea Bonafede. Alla vista dei militari a volto coperto ha ammesso di essere lui, il super boss ricercato da trent’anni.

Dopo il blitz nella clinica a Palermo, l’ormai ex superlatitante Matteo Messina Denaro, noto anche come “U siccu” e “Diabolik”, è stato portato nella caserma dei carabinieri San Lorenzo in via Perpignano. Dopo le formalità di rito il boss sarà trasferito, in isolamento, in un carcere di massima sicurezza. Durante il blitz è stato arrestato anche il suo autista di fiducia.

Denaro è stato caricato su un furgone dell’Arma accompagnato dai militari di Ros e Gis e scortato da altre pattuglie. Quando ormai si era sparsa la notizia della cattura, applausi da parte dei cittadini sono stati riservati ai carabinieri durante il tragitto dalla clinica in caserma.

Matteo Messina Denaro, secondo fonti investigative, faceva periodicamente controlli in quella struttura, che la scorsa notte durante il blitz del Ros era stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare tutti gli altri pazienti. Quando è stato arrestato, Messina Denaro non era allettato ma stava appunto eseguendo delle terapie contro il tumore al colon.

Magro come sempre (da quì il nomignolo di “U siccu”), all’uscita della clinica il boss aveva un giubbino marrone imbottito di lana, cappellino bianco e occhiali cromatici. Nelle strutture sanitarie vige ancora l’obbligo di indossare la mascherina, per cui con il suo abbigliamento era totalmente camuffato.

L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapani) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Il suo arresto giunge, coincidenza vuole, il giorno dopo il trentennale della cattura di Totò Riina.

Il video dell’arresto del super boss

Catturare Messina Denaro era una chimera, imprendibile, come “Diabolik”, altro soprannome di vanto. Il super boss siciliano da quando aveva 30 anni ha vissuto per altri tre decenni come un fantasma. Invisibile. Messina Denaro aveva coperture di fidati fiancheggiatori a cui gli investigatori sono pure risaliti, e negli anni scorsi ne hanno arrestato a decine. Non era facile riconoscerlo poiché aveva l’abilità di “mimetizzarsi”; non era mai nello stesso posto, ma con gli stessi abiti che gli venivano di volta in volta riforniti dai suoi favoreggiatori. Diversi sono gli identikit realizzati dalle forze dell’ordine.

Si muoveva in incognito e riusciva a comunicare con i suoi gregari attraverso messaggi criptati, silenzi che parlavano e “pizzini” fatti anche di soli gesti: il linguaggio omertoso dei mafiosi. Nonostante fosse braccato da anni è stato capace di restare sempre il temuto numero uno di Cosa nostra dopo le catture di Riina e Provenzano, dando ordini, gestendo tutti i traffici illeciti e dominando il mondo dell’antistato. Quasi certamente per stare 30 anni alla macchia, il boss avrebbe goduto di altre coperture molto più in alto, sia politiche che militari. Indagini in tal senso verranno avviate, per scoprire tutte le reti di protezioni.

Chi è Matteo Messina Denaro

Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano, Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, Matteo Messina Denaro, classe ’62, era latitante dall’estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita da Primula Rossa. “Sentirai parlare di me – le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue – mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”.

Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma, che rientrano nella strategia della cosiddetta trattativa Stato-Mafia.

Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Oggi la cattura, che ha messo fine alla sua fuga ultradecennale. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni.

Le prime reazioni alla cattura di Matteo Messina Denaro

“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura”. Lo si legge in una nota del Quirinale.

“Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”: così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro. “All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia”.

“Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia”, ha detto il ministro dell’interno Matteo Piantedosi appena appresa la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro al suo arrivo ad Ankara per incontrare il suo omologo turco. “Complimenti – ha aggiunto – alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie”.


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