Un calciatore di 21 anni, Raffaele Perinelli, è stato ucciso a coltellate nel corso di un litigio avvenuto a Napoli. Ad ucciderlo, un trentunenne che si è poi costituito ai carabinieri. Futili motivi, dietro la lite mortale. Il giovane Perinelli è morto poi al Cardarelli.
Il ragazzo, secondo quanto emerge, era figlio di un uomo vicino al clan Lo Russo ucciso in un agguato nel 1999. Una vicenda dolorosa che lo aveva convinto a restare lontano da quegli ambienti e scegliere un’altra strada: fare il calciatore e vivere onestamente.
Un bravo ragazzo senza nessun precedente penale, scrivono diversi media citando fonti investigative. Raffaele Perinelli aveva iniziato a giocare nelle giovanili del Sant’Agnello, due anni fa aveva militato nel Gragnano e poi nella Turris. Era considerato un buon terzino sinistro, e attualmente militava nella squadra del suo quartiere, la Asd Miano, in serie D. Sognava un ingaggio con una squadra ad alti livelli.
Il presunto assassino, un venditore ambulante incensurato si è presentato alla caserma di Casoria dove ha confessato di aver accoltellato giovane al culmine di una lite. Assistito dal proprio difensone, ha spiegato di aver incontrato casualmente ieri sera la vittima, con la quale aveva già avuto un diverbio giorni prima. La lite è ripresa e il 31enne, che aveva con sé un coltello, avrebbe colpito Perinelli fuggendo subito dopo.