Un montagna di neve, grossi alberi e detriti alta almeno una decina di metri, forse più. E’ questa la dimensione di quella che chiamamo slavina venuta giù ieri pomeriggio dalle vette del Gran Sasso e che ha letteralmente spazzato via il resort Rigopiano con almeno 35 persone all’interno rimaste in una trappola mortale.
Qualcosa che supera l’immaginazione avuta nel fare film di suspance come “Avalanche”. Una forza inaudita, alimentata da tonnellate e tonnellate di neve che si era accumulata in questi giorni sui monti del massiccio che sovrasta Farindola (Pescara), una piccola cittadina a una decina di chilometri dalle pendici di quella bella montagna da cui si è staccata la valanga che ha portato morte e distruzione.
I SOCCORRITORI
Difficili e complessi i soccorsi. Protezione civile, Vigili del Fuoco, Guardia di finanza, Polizia, Carabinieri, Forestali e volontari stanno profondendo tutti gli sforzi pur di salvare vite umane. Soccorsi complicati per via del maltempo e anche da buio pesto che c’è in zona.
Le frazioni attorno a Farindola sono anch’esse isolate, senza elettricità né cibo né acqua. Anziani intrappolati in casa quando fuori ci sono due metri di neve. Le strade sono livellate ai margini rendendo critiche le operazioni di riconoscimento della via e di avanzamento verso i centri. E’ emergenza nazionale. Molti paesi stranieri stanno offrendo aiuto all’Italia colpita prima da devastanti terremoti e adesso in una “tenaglia” di neve senza precedenti.
SOCCORSI DI NOTTE
All’hotel Rigopiano si contano al momento tre vittime, ma vi sono almeno una trentina di dispersi. Si spera si siano radunati nella hall, ma il problema che è difficile rintracciarla dopo che la “pianta” strutturale è stata divelta dall’imponente slavina. Alcuni esperti ospitati in tv affermano che rispetto alla posizione originale il resort possa essere stato spostato di una decina di metri più a valle.
L’Albergo, di quattro piani, come si nota dalle immagini è completamente sommerso dall’ammasso nevoso misto a detriti e tronchi d’albero. Nella struttura ci sono anche bambini. Da quanto raccontato dai soccorritori appena giunti sul posto, i cani delle unità cinofile non avrebbero fiutato lamenti, ma le speranze non sono perdute. Sotto una massa imponente di neve spessa decine di metri è difficile anche per i nostri amici a quattro zampe fiutare qualcosa. Tutto diventa sordo.