Il Fatto Quotidiano: “15 magistrati calabresi indagati dai pm di Salerno”

Carlomagno

magistrati indagati fatto quotidiano“Almeno 15 magistrati calabresi sarebbero indagati dalla Procura di Salerno per vicende diverse e per reati diversi, alcuni gravi, come il favoreggiamento mafioso, corruzione in atti giudiziari e corruzione”. Lo scrive stamattina il Fatto Quotidiano in un articolo d’apertura a firma della giornalista Antonella Mascali.

“I pm salernitani, competenti per il distretto di Catanzaro, – scrive il quotidiano – stanno indagando dall’estate scorsa con carte trasmesse dalla Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri. A finire sotto inchiesta, magistrati requirenti e giudicanti, pure con ruoli apicali, degli uffici di Catanzaro, Cosenza e Crotone”.

“Se le indagini porteranno la Procura salernitana – che da settembre ha un reggente, il procuratore aggiunto Luca Masini – a chiedere processi, la Calabria potrebbe essere squassata da un terremoto giudiziario dentro la magistratura”.

“Al Fatto risulta che tra gli inquisiti ci sia il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, indagato per corruzione e corruzione in atti giudiziari. Secondo un’ipotesi accusatoria, – scrive ancora il Fatto – tutta da verificare da parte dei pm salernitani, nel 2016 Spagnuolo avrebbe favorito l’indagato Giuseppe Tursi Prato in cambio del suo silenzio sul fratello: Tursi Prato, noto ex consigliere regionale socialdemocratico ed ex presidente della Asl di Cosenza, avrebbe favorito in precedenza Ippolito Spagnuolo per il suo trasferimento dal reparto di psichiatria dell’Asl di Cosenza al servizio territoriale”.

“Ma le diverse indagini – prosegue il giornale – sviluppate da Salerno toccano anche l’ufficio di Gratteri, il procuratore che ha trasmesso atti ai colleghi campani. È indagato, infatti, il procuratore aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Luberto, che secondo un’ipotesi, anche questa tutta da verificare, è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio”.

“L’accusa di violazione del segreto d’ufficio – si legge ancora – riguarda notizie su un’operazione di polizia che Luberto avrebbe rivelato all’ex vicepresidente della Calabria, Nicola Adamo (Pd) che si trovava in compagnia di Giuseppe Tursi Prato”.

“Per quanto riguarda l’ipotesi accusatoria di abuso d’ufficio, è connessa a un arrestato per mafia nel marzo del 2016. Un fascicolo riguarda pure il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, – scrive sempre il Fatto quotidiano – accusato dai pm salernitani di abuso d’ufficio. Nei mesi scorsi, il procuratore è stato chiamato in causa dal maresciallo Carmine Greco, comandante della Forestale di Cava di Melis (Cs), ufficiale di polizia giudiziaria, fatto arrestare per mafia il 7 luglio scorso dalla Procura di Catanzaro. Greco sostiene che con il presunto avallo del procuratore Facciolla avrebbe manipolato degli atti di un’indagine. Ora i magistrati di Salerno devono verificare se ci siano riscontri alla chiamata in correità del maresciallo Greco”.

“È bene specificare che i fascicoli di indagine su magistrati calabresi finora non hanno portato ad alcuna richiesta di misura preventiva né a richieste di rinvio a giudizio. Le indagini della Procura di Salerno continuano e il Csm fa le sue valutazioni su eventuali incompatibilità ambientali”, conclude l’articolo del Fatto.

Lo “scontro” al Csm tra Lupacchini e Gratteri

Il Fatto quotidiano, inoltre, riporta di uno scontro fra il procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, ed il procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri. Il primo avrebbe contestato al secondo di “non rispettare le regole di coordinamento con gli altri uffici giudiziari – riporta il quotidiano – e di aver fatto il furbo non inviando, come prevede il codice, elementi di indagine alla Procura di Salerno su magistrati calabresi non appena sono emersi spunti”.

Il Fatto racconta anche di una audizione al Csm da parte di entrambi nel mese di luglio in cui sarebbero volate delle bordate. Ci sono anche dei virgolettati: “Tutti sono farabutti all’infuori di lui – avrebbe detto Lupacchini riferendosi a Gratteri – nessuno capisce nulla, perché il verbo giuridico è lui a possederlo”. Ma il giorno dopo è lo stesso Gratteri a parlare: “Mi si dice che io furbescamente non ho trasmesso gli atti a Salerno. Di me accetto tutte le critiche del mondo – avrebbe riferito Gratteri al Csm – che sono ignorante ecc. ma sull’onestà no”.