Navi da guerra italiane sarebbero nelle acque territoriali della Libia. Il governo di Tobruk “condanna con fermezza” la violazione delle proprie acque territoriali” dopo il presunto ingresso sabato di tre navi da guerra italiane nei pressi delle coste di Bengasi, a Daryana”, a 55 chilometri a est della città. Lo si legge in un comunicato del governo sulla propria pagina Facebook e Twitter. Il governo libico “non esiterà a ricorrere a tutti i mezzi che gli consentano di proteggere le sue frontiere e la sua sovranità territoriale”.
Il governo di Tobruk, inoltre, invita l’Italia “a rispettare i trattati firmati tra i due Paesi” e bolla “l’ingresso delle navi italiane come un atto contrario a tutti gli accordi internazionali ratificati dall’Onu”.
Roma respinge al mittente le accuse. “Nessuna nave militare italiana ha violato le acque antistanti Bengasi, in Libia”, sostengono fonti governative italiane ricordando che lunedì il governo di Tobruk dovrebbe votare la proposta dell’inviato speciale Onu, Bernardino Leon, per un governo di unità nazionale.
Intanto l’aviazione della Libia ha fatto decollare sabato in tarda serata i suoi caccia militari per “monitorare l’attività delle navi da guerra italiane”. Lo afferma il capo di Stato maggiore libico, Saqr Geroushi, citato dai media locali.