7 Dicembre 2024

Mafia, colpo al clan Assinnata: nove arresti

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blitz carabinieriCento carabinieri del comando provinciale di Catania, stanno eseguendo un provvedimento restrittivo emesso dal gip del Tribunale etneo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 9 persone ritenute appartenenti al Gruppo “Assinnata”, quale articolazione territoriale della famiglia mafiosa “Santapaola”, ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, nonché di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.

In manette sono finiti Domenico Assinnata, di 28 anni, attualmente detenuto presso il carcere di Siracusa; Erminio Laudani, (49); Gaetano Laudani, (21); Marco Impellizzeri, (25); Samuele Cannavò, (21), attualmente detenuto presso il carcere di Siracusa; Marco Giuseppe Sciacca, (24); Cristian Terranova, (26); Ivan Gianfranco Scuderi, (24); Rosario Sammartino, (39).

Le indagini, coordinate dalla Dda di Catania e sviluppate dai militari di Paternò, hanno consentito di definire la posizione di predominio della famiglia Assinnata nell’ambito della criminalità organizzata locale quale articolazione territoriale della famiglia mafiosa “Santapaola”, considerata una delle più ramificate e pericolose consorterie criminali operante nel catanese. Predominio evidenziato, inoltre, dal segno di reverenza dell’ ”Inchino” durante i festeggiamenti patronali del dicembre 2015.

Gli investigatori, in prosecuzione delle indagini che portarono nel febbraio del 2016, alla cattura, nell’ambito dell’operazione “The End”, di altri 14 soggetti del medesimo gruppo criminale (per i delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico e spaccio di sostanze stupefacenti) hanno individuato gli assetti del sodalizio-capi e gregari-,riscontrando un diffuso condizionamento illecito dell’economia locale.

Le attività hanno altresì consentito di evidenziare il ruolo del responsabile del Gruppo il quale, al posto del padre ristretto in carcere, curava i rapporti con altri esponenti di notevole caratura delinquenziale. L’operazione è stata denominata “Assalto”.


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