20 Ottobre 2025

Massacro di Motta Visconti (Pavia). Ergastolo per Carlo Lissi

Correlati

Carlo Lissi e la moglie uccisa insieme ai figli Cristina Omes
Maria Cristina Omes e il marito Carlo Lissi in una foto scattata il giorno del loro matrimonio

PAVIA – E’ stato condannato all’ergastolo Carlo Lissi, l’uomo di 34 anni accusato del triplice omicidio della moglie Maria Cristina Omes e dei figli Giulia, cinque anni, e Gabriele, venti mesi, sgozzati il 14 giugno 2014 a Motta Visconti (Pavia).

La sentenza del gup di Pavia prevedeva anche tre anni di isolamento diurno, poi la pena è stata ridotta perché Carlo Lissi era a giudizio con rito abbreviato. Il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche, subordinate però alle aggravanti contestate.

La strage è stata consumata nel giugno 2014 nella loro villa a un piano di Motta Visconti. Fu un triplice omicidio orrendo e efferato. La scena per i soccorritori è stata raccapricciante. Sangue dappertutto nell’abitazione. I bambini trovati uccisi nella loro cameretta, riversi su un piccolo letto matrimoniale, mentre Cristina Omes nella stanza della coppia. Sgozzati con un coltello da cucina, poi buttato via e ritrovato in un tombino. Sui corpi delle vittime furono rinvenute numerose altre lesioni che non fecero escludere un accanimento da parte dell’assassino.

Fu proprio Carlo Lissi ad allertare attorno alle 2 di notte i carabinieri, nel tentativo di deviare le indagini sulla pista di una rapina finita in tragedia. Fu infatti trovata la cassaforte aperta e lui raccontò di essere stato a vedere la partita dell’Italia contro l’Inghilterra, giù in paese. Il crudele massacro è stato commesso di sera. Poi è sceso giù in cantina, si è fatto una doccia ed è uscito con un amico per vedere il match. Testimoni che erano con lui raccontarono agli inquirenti che aveva anche esultato per i goal dell’Italia.

Avviate le indagini, Carlo Lissi fu ascoltato ma subito sono affiorate incongruenze. I magistrati non hanno creduto alla sua versione dei fatti facendolo cadere in vistose contraddizioni. Non erano stati i ladri, ma era lui l’assassino. L’uomo, prima fermato e poi arrestato, rese subito la sua confessione. “Sono stato io. Datemi il massimo della pena”. Il movente sarebbe che si era “infatuato” di una collega e che era “molto stanco della vita familiare”. Carlo Lissi faceva il consulente informatico a Milano, la donna aveva un negozio di ortofrutta.

Potrebbero interessarti


SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE

Questo sito, per scelta, non mostra fastidiosi banner pubblicitari che irritano l'utenza. Si sostiene con le donazioni dei lettori.

SEGUICI SUI SOCIAL

Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla pagina Fb. Iscriviti al nostro Gruppo. Seguici pure su Telegram (1); e TELEGRAM (2), come su Twitter "𝕏" SPN nonché su (𝕏- 2)

Altre news

Israele continua la mattanza di palestinesi a Gaza: 45 morti

Quarantacinque civili palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dall'esercito israeliano, nonostante il cessate il fuoco tra Israele...

DALLA CALABRIA

Confiscati beni per 1,6 milioni a uomo ritenuto contiguo a cosca

I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno eseguito un decreto emesso dal Tribunale, parzialmente modificato dalla Corte d'appello...