La Guardia di Finanza di Parma, su disposizione della locale autorità giudiziaria, ha eseguito una nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti del noto faccendiere parmigiano Aldo Ferrari, il quale, terminata di scontare una precedente misura restrittiva che lo aveva bloccato per oltre un anno, secondo quanto accertato, avrebbe continuato a porre in essere condotte truffaldine ai danni di imprenditori in difficoltà.
Nell’ottobre del 2016 Ferrari era stato arrestato a seguito di una indagine del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Parma, coordinata dalla locale Procura, che aveva consentito di sgominare un’associazione a delinquere, da lui capeggiata, finalizzata alla truffa a danno di decine di imprenditori italiani ed esteri, spesso in stato di difficoltà.
Secondo l’accusa, il sodalizio, proponendo contratti di finanziamento a tassi agevolati tramite una presunta società neozelandese in realtà inesistente, sebbene – come emerso dalla documentazione sequestrata e dalla pubblicità in rete – vantasse sedi in Nuova Zelanda, Delaware (USA), Israele, Giappone, Singapore e Grecia, era riuscito ad ottenere dagli ignari clienti, a titolo di spese per l’istruzione delle relative pratiche, consistenti somme quantificate in alcuni milioni di euro.
Nel corso dell’operazione, denominata “Re Mida”, le Fiamme gialle avevano eseguito numerosi arresti e decine di perquisizioni in tutta Italia. L’attività di monitoraggio e le indagini, tuttavia, non si sono mai fermate, considerata la pericolosità del principale responsabile coinvolto e la perdurante necessità di individuare liquidità o beni a lui riconducibili, così da poter risarcire, anche se in parte, i numerosi soggetti truffati.
Mediante pedinamenti, appostamenti e la raccolta di numerose testimonianze, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria, diretti ancora dalla Procura della Repubblica della città ducale, sono così riusciti ad accertare che Aldo Ferrari ha continuato a contattare gli imprenditori ed a fissare gli appuntamenti presso la propria abitazione di Parma, al fine di stipulare nuovi contratti di finanziamento o riproporre quelli già in essere.
L’illecito modus operandi è risultato il medesimo già accertato nella precedente indagine, aggravato da condotte ancor più insidiose. Come emerso. negli ultimi giorni Ferrari avrebbe esibito alle proprie vittime un decreto falso, con l’intestazione della Procura della Repubblica di Parma e la firma di un Magistrato, attestante il disposto dissequestro e la restituzione dei conti correnti (per oltre un milione di euro) e di altri beni effettivamente sottoposti a sequestro preventivo dalla Guardia di Finanza nel corso della precedente indagine.
Il falso provvedimento, sequestrato dalle Fiamme Gialle e nella realtà mai emesso, è stato utilizzato dal Ferrari per millantare l’imminente disponibilità dell’ingente somma di denaro, così da raggirare i nuovi “clienti” ed i vari creditori in merito alla consistenza del proprio patrimonio ed all’immutata capacità finanziaria.
In ragione di ciò, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto – nei confronti di Aldo Ferrari – la misura cautelare degli arresti domiciliari, con divieto di comunicare personalmente, o con qualsiasi altro mezzo, con persone diverse dai conviventi.
Nel corso della perquisizione all’interno dell’elegante villa – in affitto – di Parma, eseguita anche con l’ausilio di unità cinofile addestrate per la ricerca di contanti (Cash dog), è stata rinvenuta e sottoposta a sequestro valuta per circa 20.000 euro. Nella circostanza, inoltre, i curatori delle fallite società a lui riconducibili hanno direttamente provveduto a pignorare tutti i beni di valore nella sua disponibilità ed a prendere possesso dell’autovettura di lusso utilizzata, una costosa Bentley.
Alla predetta somma in contanti si aggiunge, inoltre, il sequestro – in fase di esecuzione nella mattinata odierna – di una polizza vita intestata ad Aldo Ferrari del valore di 47.000 euro, che è stato possibile individuare solo a seguito degli ulteriori accertamenti.