Un insospettabile commerciante bengalese era la mente di un sodalizio criminale che favoriva l’immigrazione clandestina in Italia di suoi connazionali.
L’uomo e altri componenti sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Alassio (Savona) che hanno scoperto come l’uomo, con la complicità di altri, obbligava i bengalesi che volevano giungere nel nostro Paese, a corrispondergli 6.000 euro in contanti per partire dalla Libia via mare verso le coste italiane, dove inizialmente ottenevano un permesso di soggiorno per motivi umanitari, che consentiva loro di giungere ad Alassio.
Le accuse, a vario titolo, sono favoreggiamento all’immigrazione clandestina; tentata estorsione continuata in concorso; calunnia; possesso ingiustificato di armi, strumenti atti ad offendere e materiale esplodente in concorso e minaccia aggravata con l’utilizzo di armi improprie.
Una volta arrivati nella cittadina rivierasca, i migranti venivano messi a lavorare nelle tante attività commerciali intestate all’indagato ed obbligati ad affittare un posto letto presso una delle abitazioni che il commerciante aveva in locazione. Chiunque osava ribellarsi a questo sistema, spiegano gli investigatori, veniva minacciato e perseguito con vere e proprie spedizioni punitive.
L’attività si è sviluppata in seguito alla denuncia di uno di questi bengalesi, stanco di subire continui aumenti mensili per la locazione del posto letto, nonché minacce e soprusi.
Avviate anche perquisizioni domiciliari ed acquisizione documentale nei confronti di 6 obiettivi, tra cui 4 esercizi pubblici e 2 abitazioni.
L’indagine, avviata nel mese di maggio 2018 e condotta da militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Alassio, ha consentito di comprovare come gli indagati, avessero posto in essere un’organizzazione che si occupava di promuovere e dirigere, dietro compenso in denaro di 6.000 euro a testa, il trasporto di cittadini bengalesi dal Bangladesh nel territorio italiano, transitando attraverso il territorio di Emirati Arabi, Giordania, Turchia, Libia, attraversando il mar Mediterraneo ,per far ottenere loro il permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Gli investigatori hanno accertato come gli indagati assumessero i citati cittadini extracomunitari come dipendenti presso attività commerciali appositamente avviate, al fine di fargli ottenere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, costringendoli poi con minaccia e violenza a rilevare le stesse attività e ad acquistare la merce esclusivamente da loro.
Sono state documentate estorsioni, minacce ed aggressioni patite dalle vittime le quali erano costrette a pagare 300 euro per un posto letto all’interno di appartamenti affittati regolarmente da membri dell’organizzazione e occupati da più di 12 persone, per evitare ripercussioni sulla propria incolumità o su quella dei famigliari rimasti in patria.