Agenti della Questura di Taranto, coadiuvati dai Reparti prevenzione Crimine di Bari e Potenza, e da unità cinofile, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 16 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. I presunti criminali avrebbero monopolizzato il mercato della droga a Taranto, nei vicoli della “Città vecchia”.
L’organizzazione sgominata era dedita allo spaccio di cocaina, eroina, hascisc, marijuana e metadone. Un ruolo di primissimo piano nell’organizzazione avevano alcune donne.
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Gli investigatori della Squadra Mobile nel corso delle indagini hanno accertato che largo San Gaetano, nella Città vecchia, era diventato una vera e propria centrale di spaccio di droga a Taranto. Centinaia di cessioni di stupefacenti sarebbero state documentate ogni giorno. Un ruolo di primissimo piano nell’ organizzazione avevano alcune donne del gruppo criminale. Ciascun componente del sodalizio aveva uno specifico ruolo: il collettore di denaro, lo spacciatore, il “palo” e l’addetto al trasporto dello stupefacente. La droga veniva spacciata anche alla presenza di minorenni, figli di alcuni indagati.
Le donne spacciavano droga tenendo i figli in braccio e avevano un ruolo centrale nell’attività di confezionamento e cessione delle sostanze stupefacenti. Sono alcuni dei particolari emersi nelle indagini che oggi hanno consentito di smantellare una presunta organizzazione criminale dedita allo spaccio nella città vecchia di Taranto, illustrati dal procuratore capo della Dda di Lecce Cataldo Motta, dal questore di Taranto Stanislao Schimera e dal dirigente della Squadra Mobile Roberto Giuseppe Pititto.
Grazie agli appostamenti e alle riprese di telecamere installate nel borgo antico (“diventate un feudo dell’organizzazione”, ha sottolineato il questore) sono state documentate fino a 100 cessioni al giorno di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, hascisc, metadone e marijuana). Al momento sono state eseguite 16 delle 18 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Lecce.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
Il presunto sodalizio criminale sarebbe stato capeggiato dal 47enne Antonio Pizzolla, coadiuvato dalla moglie Margherita Lombardi (45 anni), dai suoi figli Moris (21) e Denise (26), e dal genero Giuseppe Pavone (27), in veste di promotori, dirigenti e organizzatori. Gli altri arrestati a vario titolo avevano l’incarico di approvvigionare il gruppo e di organizzare l’acquisto ed il trasporto delle partite di droga da immettere nel mercato. I tossicodipendenti si recavano nel circolo ricreativo di Pizzolla per “prenotare” l’acquisto delle dosi, che venivano poi calate con un cestino dal balcone di uno stabile della città vecchia e prese in consegna dai “pusher”.
L’ordinanza è stata notificata in carcere al 50enne Paolo Ciccolella, già detenuto. Gli altri arrestati sono il Giuseppe, Alessandro e Marco D’Antoni (di 34, 28 e 20 anni), Cosimo Marinò (22), Michele, Salvatore e Simone Pizzolante (di 53, 46 e 23 anni) e Ida Chioppa (di 26). Le indagini sono partite la sera del 6 gennaio 2014 a seguito della gambizzazione di Antonio Pizzolla, che fu ferito con un colpo di pistola al ginocchio sinistro all’interno del suo circolo ricreativo, in via Cava.