Crotone, sono di Rosario e Salvatore Manfreda i cadaveri ritrovati a Settembre

Il Ris di Messina conferma: Il DNA appartiene a padre e figlio scomparsi nel giorno di Pasqua 2019 a Petilia Policastro. Consegnate le salme ai congiunti. Per il duplice omicidio erano finiti in manette tre persone.

Carlomagno

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Rosario Manfreda Salvatore Manfreda
Da sinistra padre e figlio Rosario e Salvatore Manfreda

Drammatica conclusione nelle indagini sulla scomparsa di Rosario e Salvatore Manfreda, padre e figlio di  68 e 35 anni svaniti nel nulla nel giorno di Pasqua a Petilia Policastro. In una nota dell’Arma dei Carabinieri di Crotone viene confermato che i resti rinvenuti nel mese di settembre dello scorso anno appartengono ai due congiunti.

A confermarlo il Ris di Messina che ha terminato gli accertamenti biologici effettuati sui resti rinvenuti in un dirupo della località Scala di Mesoraca, il 4 settembre 2019. “L’analisi del Dna non lascia dubbi: si tratta di Rosario e Salvatore Manfreda, scomparsi il giorno di Pasqua”, riferiscono i carabinieri.

Si chiude quindi il cerchio sulle indagini condotte dai militari del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Crotone, coordinate dalla locale Procura della Repubblica che portarono all’arresto di Pasquale Buonvicino, del figlio Salvatore Emanuel Buonvicino e Pietro Lavigna.

I primi due, tuttora detenuti, sono accusati del duplice omicidio; Lavigna della sola soppressione dei cadaveri. Il Pm titolare del fascicolo, Alessandro Rho, ha già disposto la restituzione delle salme ai familiari.

Il movente del duplice omicidio sarebbe riconducibile a contrasti per delle proprietà confinanti. La scorsa estate erano stati arrestati Salvatore Buonvicino e Pietro Lavigna, mentre il padre del primo si era reso irreperibile all’estero.

A settembre 19 la Polizia cantonale svizzera, in collaborazione coi carabinieri di Crotone arrestò a Lugano Pasquale Buonvicino, ritenuto la mente e l’autore, insieme al figlio Salvatore, del delitto avvenuto a Pasqua, probabilmente a colpi di fucile. Le due vittime si allontanarono dalla loro azienda agricola forse seguiti dai carnefici. A distanza di qualche giorno venne trovata la loro auto bruciata, mentre dopo il delitto i corpi senza vita dei Mandreda vennero gettati in un dirupo. A distanza di qualche mese il drammatico ritrovamento dei resti.