Il centrodestra cerca l’unità e la ritrova a Bologna alla manifestazione della Lega, almeno negli intenti. Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia provano a rompere il muro di “isolamento” dopo anni di “fai da te” in un mondo politico intanto profondamente mutato. Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni preparano l’assalto alla leadership di Matteo Renzi per il 2018. Ancora tre anni. Un’eternità in politica.
I tre, domenica, hanno espresso la convinzione che supereranno il 40 percento. La soglia che alle prossime politiche gli consentirebbe di superare il Pd renziano che i sondaggi danno in calo.
Con un leadership nuova: Matteo Salvini e col cavaliere che farebbe da padre nobile ad una coalizione monca dei centristi (Ncd e Udc ora insieme in Area popolare, di spalla al governo) e senza alcuni riferimenti “storici” dell’ex Pdl-Fi come Fitto e Verdini, ormai approdati altrove e soprattutto senza entusiasmo.
“Con questa ritrovata unità – ha detto Berlusconi a Bologna – vinceremo le prossime elezioni. Con Matteo, con Giorgia e con Silvio non ce ne sarà più per nessuno”. Insieme, Fi, Lega e Fdi, potranno “superare il 40%”. Questa, evidenzia “è una giornata fondamentale per il futuro di tutti noi e dell’Italia”.
La manifestazione di Bologna, ha sottolineato Salvini, “non è un ritorno al passato, al ’94, alle vecchie formule, alle marmellate: qua comincia qualcosa di nuovo che è guidato dalla Lega, ma che è aperto a tutti gli italiani che oggi sono lontani dalla politica”. “La leadership – ha aggiunto Salvini – la scelgono i cittadini, non un palco, un microfono o una piazza. Oggi siamo qui per dire che insieme si vince se qualcuno è in cerca di poltrone questa è la piazza sbagliata”.
“Renzi non sa neanche leggere la bussola: nella legge di stabilità non c’è nessun taglio agli sprechi, né taglio tasse. Stanno lì a vantarsi di togliere norme ridicole introdotte da loro, mettono Marino a fare il sindaco poi lo sfiduciano e vogliono essere ringraziati: siate coerenti e dimettetevi, adesso andate a casa”, attacca Giorgia Meloni dal palco della Lega Nord a Bologna.
Alfano non lo vogliono. Ed è contro il presidente di Ncd e ministro dell’Interno che si scaglia il segretario del Carroccio: “Un personaggio inutile e incapace come Angelino Alfano non ci sarà mai: occupati dei poliziotti, cretino che non sei altro, e lascia perdere la politica che non fa per te”.
L’ex delfino di Berlusconi replica: Matteo Salvini “non è un piccolo uomo o un ominicchio, ma un quaquaraquà incolto e ignorante cui nessun paese al mondo affiderebbe neanche la delega alle zanzare”, ha detto il ministro dell’Interno intervistato a “L’Arena” di Giletti. Il ministro va anche all’attacco dell’ex Cav: “Andare a 80 anni a farsi fischiare da questa gente è una cosa molto triste. Salvini è diventato il suo diretto superiore”. Berlusconi, che “ha fatto malissimo ad andare lì” alla manifestazione di Bologna. “La macchina – aggiunge – la guida Salvini”.
Sono scintille, a tre anni dalle politiche. “Solo l’unità” può portare ad auspicate vittorie. Risalire la china del consenso e della credibilità è dura ma non impossibile.