PALERMO – Agguato a Palermo. Due uomini sono stati uccisi a colpi di pistola in via Falsomiele a Palermo. Una delle due vittime è Vincenzo Bontà, 45 anni, genero di Giovanni Bontade, ucciso anche lui in un agguato il 28 settembre del 1988 insieme alla moglie Francesca Citarda. L’altra vittima è Giuseppe Vela, 53 anni. Entrambi incensurati. Il duplice delitto è avvenuto stamani.
Le indagini sono condotte dalla polizia e coordinate dalla Dda di Palermo. Per gli inquirenti dietro il duplice omicidio ci sarebbe la mano dei clan: una valutazione che si deduce, oltre che dal legame di parentela con il boss, anche dalle modalità dell’omicidio. Secondo quando riferiscono alcuni media, sarebbero state bloccate due persone che sarebbero sospettate. Si tratta di una coppia di coniugi che sarebbero sotto interrogatorio.
A marito e moglie sarebbe stato fatto il guanto di paraffina per capire se siano stati loro a sparare. Una circostanza che potrebbe dirottare gli inquirenti a battere non la pista mafiosa, ma quella della sfera privata. Magari un litigio o uno sgarbo fatto pagare col sangue.
Il duplice omicidio è avvenuto in una stradina stretta vicino alla centrale dell’Enel. Secondo i primi accertamenti i due, che erano a bordo di un’auto, avrebbero cercato di fuggire ma sarebbero stati raggiunti dagli assassini. Vincenzo Bontà era sposato, con figli, con Daniela Bontate, figlia di Giovanni, fratello del boss mafioso Stefano Bontate. Ma c’è che è pronto a giurare che Vincenzo Bontà non centrasse nulla col crimine e con la mafia.
Bontà, che da quanto appreso non aveva precedenti, si occupava della gestione di agrumeti e appezzamenti agricoli – da chiarire se fossero suoi o della moglie che fa la maestra – era un appassionato cacciatore ed allevava uccellini in gabbia: era esperto di canarini spagnoli. Un amante degli animali, insomma. Chi lo conosceva rimane stupito dalla notizia, rimbalzata in tutti i quartieri di Palermo considerate le modalità del duplice omicidio, in quanto Vincenzo Bontà, dalla faccia pulita, viene descritto come una persona gentile, affabile e appunto, lontana dall’ambiente criminale.
Da quanto riferisce palermotoday.it gli inquirenti starebbero, per capire la dinamica starebbero concentrandosi sulla 500L bianca intestata alla moglie di Bontà. Utilitaria che è stata trovata chiusa e col freno a mano inserito. Segni che fanno pensare che probabilmente i due avessero un appuntamento con qualcuno. Ad ucciderli quindi potrebbero essere state due persone che conoscevano, oppure due killer mandati da qualcuno sicuro che Bontà e Vela si trovassero lì in quel momento.