12 Ottobre 2024

Garlasco, Alberto Stasi condannato a 16 anni per assenza di prove

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Chiara Poggi e Alberto Stasi
Chiara Poggi e Alberto Stasi

La Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni per Alberto Stasi per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, trovata morta il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia). La condanna diventa ora definitiva e dunque si aprono per lui le porte del carcere. Si chiude così una vicenda durata otto anni. Stasi si è consegnato ed è stato tradotto nel penitenziario.

“E’ una sentenza allucinante”, ha commentato a caldo l’avvocato Fabio Giarda, del collegio difensivo di Alberto Stasi. “Come si fa a mettere una persona in carcere quando c’è una sentenza completamente illogica?” ha aggiunto l’avvocato, per il quale “quanto detto ieri dal pg è la verità dei fatti”. “E’ una pena che non sta né in cielo né in terra, se una persona ha commesso un fatto del genere deve avere l’ergastolo” ha aggiunto Giarda, che alla domanda “ora Alberto andrà in carcere?”, ha risposto: “Non si può fare nient’altro”.

“Sono emozionata – ha commentato da Garlasco la madre della vittima Rita Poggi – Dopo le parole del procuratore eravamo un po’ pessimisti, ma giustizia è stata fatta. Forse questo sarà un Natale diverso, dopo questa sentenza proviamo sollievo. Non si può gioire per una condanna – ha proseguito -. Si è trattato di una tragedia che ha sconvolto due famiglie”.

“Non è una sentenza a metà”, ha invece detto l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, difensore della famiglia Poggi, commentando la condanna a 16 anni ad Alberto Stasi per il delitto di Garlasco: “Non volevamo che fossero inflitti anni di carcere ma che fosse accertata la verità”. Il legale si è detto “dispiaciuto per quello che è successo ieri in aula”, con la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione di accogliere il ricorso dell’imputato e quello della procura generale di Milano per l’aumento di pena. “Non riesco a comprendere la scelta” ha concluso.

IL PUNTO DELLA VICENDA dall’Ansa – L’annullamento con rinvio in accoglimento del ricorso dell’imputato Alberto Stasi, che chiedeva l’assoluzione, e del ricorso del pg di Milano, che chiedeva al contrario il riconoscimento dell’aggravante di crudeltà. Queste le richieste del sostituto pg della Cassazione Oscar Cedrangolo nel processo Garlasco. Stasi è stato assolto in primo e in secondo grado, e poi condannato con rito abbreviato a 16 anni di carcere nell’appello “bis” per l’omicidio della sua fidanzata, uccisa il 13 agosto 2007 nel piccolo centro della Lomellina.

A quasi un anno di distanza del verdetto con cui, dopo l’annullamento con rinvio da parte della Suprema Corte dell’ assoluzione di secondo grado, si è stabilito che Stasi avrebbe “brutalmente ucciso la fidanzata”, la Cassazione ora dovrebbe mettere la parola fine ad un giallo andato avanti da oltre otto anni.

Il procuratore generale Oscar Cedrangolo aveva sottolineato “la debolezza dell’impianto accusatorio”, che ha portato alla condanna a 16 anni di Alberto Stasi per l’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi. Nell’articolata requisitoria ha scandagliato punto per punto gli indizi che hanno portato la corte d’appello di Milano lo scorso anno, dopo il rinvio della Cassazione, ad emettere la condanna.

“In questa sede non si giudicano gli imputati ma le sentenze. Io non sono in grado di stabilire se Alberto Stasi è colpevole o innocente. E nemmeno voi” ha detto il pg rivolgendosi al collegio, “ma insieme possiamo stabilire se la sentenza è fatta bene o fatta male. A me pare che la sentenza sia da annullare”. Il pg ha sottolineato che a suo avviso “potrebbero esserci i presupposti di un annullamento senza rinvio, che faccia rivivere la sentenza di primo grado” e quindi l’assoluzione di Alberto.

Ma il procuratore ha sottolineato come la prima sentenza della Cassazione dell’aprile 2013 abbia voluto “ascoltare il grido di dolore” dei genitori di Chiara Poggi nel chiedere di trovare l’assassino della figlia: “Ho apprezzato lo scrupolo della Cassazione, quando dopo le due assoluzioni ha chiesto un nuovo giudizio. E vi chiedo di concedergli lo stesso scrupolo”. Il pg ha quindi suggerito che si dispongano “nuove acquisizioni o differenti apprezzamenti” ma ha poi precisato che “l’annullamento deve essere disposto sia in accoglimento del ricorso del pg, sia di quello dell’imputato. Perchè se Alberto è innocente deve essere assolto, ma se è colpevole deve avere la pena che merita”.


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