Per Antonio Azzollini, senatore di Ncd, sarà una estate di fuoco. Il Senato ha ricevuto e protocollato la richiesta di arresto che la procura di Trani ha recapitato ieri per ottenere il si all’arresto del senatore Ncd, presidente della commissione Bilancio di palazzo Madama. L’accusa per l’esponente politico è di aver avuto un presunto ruolo nel crack da 500 milioni di euro alla Divina Provvidenza.
La richiesta dei magistrati sarà discussa probabilmente tra luglio o nell’ultima settimana di agosto, dopo la pausa estiva, almeno è questo l’orientamento della giunta delle Immunità di Palazzo Madama che da martedì inizierà a esaminare il dossier Azzolini. Intanto la vicenda scuote la politica. Il premier Matteo Renzi valuta caso, no a difesa a oltranzaIl Pd sembra deciso a votare sì come conferma il presidente del partito Matteo Orfini.
“Mi pare abbastanza evidente. Credo – afferma Orfini – che di fronte a una richiesta del genere si debbano valutare le carte ma mi pare che sia inevitabile votare a favore dell’arresto“.
“La giunta per le Immunità del Senato – ha spiegato il presidente della giunta, Dario Stefano (Sel) al termine della riunione – comincerà ad esaminare la richiesta di arresto per Antonio Azzollini (Ap-Ncd) martedì 16 giugno alle ore 20. E da allora “proseguirà, probabilmente fino al 24 giugno, con due sedute a settimana”.
“E’ molto probabile – spiega il senatore Enrico Buemi – che la giunta per le Immunità del Senato riuscirà ad esaminare il caso di Antonio Azzollini per farlo arrivare in Aula entro l’estate”. Il relatore del caso in commissione sarà lo stesso presidente, Dario Stefano che ha fatto sapere di aver contattato Azzollini per una sua audizione che dovrebbe avvenire la prossima settimana.
Alla seduta dell’Ufficio di presidenza della giunta, ha riferito Michele Giarrusso, senatore M5s, “non si sono presentati i senatori di Ncd e Fi. Quelli di Gal hanno protestato per la velocità della convocazione”.
La richiesta della procura di Trani è infatti è arrivata al Senato lo stesso giorno del blitz scattato il 10 giugno scorso e la giunta si è riunita l’indomani, lamentano.
Sarà comunque complicato prevedere se la giunta riuscirà, come auspica Orfini, riuscirà a rilasciare l’autorizzazione all’arresto del senatore Ncd. I numeri in giunta ci sarebbero e sono tutti a favore, si può dire, dell’arresto se si calcolano gli 8 membri del Pd, i 4 del M5S, più il presidente Stefano di Sel si arriva, cauti, a quota 13 su 22 membri. Ma in aula potrebbe essere tutto un altro film come a dicembre 2014, quando sempre Azzollini fu oggetto di un’altra richiesta che l’aula respinse. La partita pertanto si sposta su altri piani politici.
Il governo negli ultimi giorni, nonostante il voto finale favorevole, è stato battuto su tre provvedimenti, tra cui quello sulla Scuola (mancavano i tre di Ncd), e con la fuoriuscita dei Popolari di Mauro dalla maggioranza, i numeri complessivi al Senato si assottigliano.
In particolare ci sono due aspetti che agitano il Pd. La prima, ricorda l’Ansa, è che Azzollini, in attesa che la Giunta si pronunciasse a fine 2014, (la procura di Trani chiese l’autorizzazione per l’uso di intercettazioni per presunti reati per il porto di Molfetta, ndr) tenne sospeso i pareri su Italicum e Jobs Act lasciando sulle spine il governo (li diede solo dopo il no ai magistrati). E Renzi non vorrebbe che si ripetesse il bis con la Scuola o le altre riforme ora al Senato. La seconda, è il paragone che si fa con il 2008 quando l’Udeur dell’allora Guardasigilli Mastella, coinvolto in un’ inchiesta giudiziaria con la moglie, non ottenendo solidarietà dal governo, votò contro la fiducia chiesta da Prodi.