L’Etna ha iniziato a dare spettacolo e qualche preoccupazione. L’attività “stromboliana” iniziata due giorni fa continua anche se con un lieve calo di energia. E’ caratterizzata da fontane di lava, esplosioni e l’emissione di una piccola colata. Il “braccio” che emerge dalla “bocca” che si è formata sulla “sella” che unisce il vecchio e il nuovo cratere di Sud-Est e si dirige verso Torre del Filosofo sembra meno alimentato di martedì 28 febbraio.
I fenomeni sono al momento concentrati nella zona sommitale del vulcano attivo più alto d’Europa, e non costituiscono un pericolo né per le cose né per le persone. Il tremore interno ai condotti magmatici si mantiene alto, ma con una leggera minore ampiezza. Lo “spettacolo”, che ieri sera era visibile da Catania e Taormina, è “oscurato” da un sole splendente, ma l’attività è costantemente ripresa dalle telecamere termiche dell’Ingv del capoluogo etneo che monitorizzano il vulcano. L’aeroporto internazionale di Catania non è interessato dall’attività in corso ed è pienamente operativo.
Dalle 18 di ieri, ricostruisce l’Ingv di Catania, l’attività stromboliana dell’Etna al nuovo cratere di Sud-Est, iniziata lo scorso 23 gennaio, si è gradualmente intensificata, generando una colata lavica che, dopo aver rapidamente raggiunto la base del cono si è lentamente diretta verso Sud-Ovest, in direzione di Monte Frumento Supino.
Il fronte di quest’ultima è attualmente a circa quota 2.850 metri. All’attività stromboliana si associa tuttora una emissione di cenere che è dispersa dai venti in direzione dei quadranti orientali. Sui paesi di Zafferana e Linguaglossa è stata segnalata una modesta ricaduta di cenere.
Il tremore vulcanico, dopo il repentino incremento della sua ampiezza media, iniziato alle 18 di ieri, si è stabilizzato su valori elevati dalle 20 in poi, registrando i massimi tra le 23 di ieri e le 01.00 di oggi. Dalle prime ore di questa mattina, l’ampiezza media del tremore vulcanico, pur mantenendosi su valori elevati, ha mostrato modeste fluttuazioni.
Le deformazioni del suolo, acquisite dalle stazioni Gps dell’Ingv di Catania ad alta frequenza di campionamento, e i segnali clinometrici, non mostrano variazioni significative associate all’intensificarsi dell’attività eruttiva.