Che cosa è realmente accaduto il 17 luglio scorso sui cieli sud orientali dell’Ucraina, a pochi chilometri dal confine con la Russia? E’ un mistero. E anche abbastanza fitto. In attesa che i Flight data recorder (le scatole arancioni) ritrovate oggi forniscano maggiori dettagli, l’unica certezza che abbiamo finora è che l’aereo MH17 della Malaysia Airlines, è esploso in aria coi suoi 298 passeggeri.
Partito da Amsterdam alle 10.31 – con mezzora di ritardo – e diretto a Kuala Lampur, in Malesia, il Jet aveva volato per 2 ore e 50 minuti lasciandosi alle spalle 2.443 chilometri sui 10.237 complessivi. Alle 13.21, a 10 mila metri di altezza sui cieli di Hrabove a circa 60 chilometri da Donetsk, il Boeing 777 è scomparso dai radar.
E’ stato un missile sparato da separatisti russi, oppure è possibile ci sia stata una battaglia aerea con un caccia che potrebbe essersi “nascosto” nell’ombra radar del MH17? Uno scenario che somiglia molto al caso di Ustica piuttosto che quello più recente di Smoleńsk (in Russia) dove in un misterioso incidente aereo perse la vita il presidente polacco Lech Kaczynski, che si stava recando alla cerimonia di commemorazione delle vittime dell’eccidio di Katyn, un massacro commesso dall’armata rossa durante la seconda guerra mondiale…
Tutte ipotesi che vanno vagliate e approfondite, atteso che nei campi dove si è schiantato l’aereo non sono state trovate finora tracce di armi o esplosivo. L’area è stata circoscritta dai ribelli che filtrano ogni tentativo di perlustrazione. Blindata. Nei notiziari non vediamo immagini riprese dall’alto per annotare particolari. Niente elicotteri. Ma probabilmente sono in azione i satelliti spia…
In tutta questa torbida storia c’è qualcosa che non torna. Più che dei poveri cadaveri, si sente la puzza dei servizi segreti, come quelli che operavano all’epoca del disastro di Ustica. In teoria le milizie separatiste russe avrebbero potuto abbattere l’aereo MH17 della Malaysia Airlines in qualsiasi momento.
La rotta seguita, come mostrano le immagini pubblicate sotto, è sempre la stessa da mesi. Per più volte al giorno. Andata e ritorno, attraversando gli stessi Stati e gli stessi focolai di tensione. Il Boeing MH6125 ha in programma un volo settimanale dall’Olanda alla Malesia percorrendo la stessa rotta. Ma non è soltanto la compagnia malese a coprire questa tratta. [flagallery gid=3]
C’è pure KLM che fa volare i sui suoi “giganti” sullo stesso corridoio, però con una variante che alterna da mesi: molto più a nord, per i paesi baltici. C’è da registrare che la Malaysia Airlines dopo il disastro del 17 per raggiungere Kuala Lampur non sorvola più come fino a giorno 17 la Polonia e l’Ucraina, bensì attraversa Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania.
All’altezza di Bucarest devia verso est e si immette nel corridoio del Mar nero, lambendo il nord della Turchia per poi ritrovarsi in Iran, Afghanistan, Pakistan e India fino in Malesia. I chilometri da percorrere sono più o meno gli stessi dalla tratta “originaria”: oltre 10mila.
Nel tragitto inverso, Kuala Lampur – Amsterdam viene seguita da mesi la stessa rotta da entrambe le compagnie. Ma vi sono altri voli transnazionali che sorvolano decine di volte al giorno i cieli nell’area della disconosciuta repubblica di Donetsk.
C’è da chiedersi: perché dovevano abbattere quell’aereo proprio giorno diciassette? Potevano farlo settimane o mesi prima. I ribelli filo russi sorvegliano cielo e terra ogni minuto. Si tratta dunque di un grossolano e gravissimo errore o c’è dell’altro? Ammesso che i ribelli abbiano armi capaci di raggiungere per abbattere un Jet a quella quota. Kiev e Whashington sostengono di “si” perché “glieli fornisce Mosca”. I separatisti e Putin invece negano.
Siamo a conoscenza dei tracciati radar civili, ma in quella zona operano da tempo radar militari a cui hanno accesso solo le intelligence sia russe che ucraine. In attesa di sviluppi si dovrà attendere l’esito delle registrazioni a bordo contenute nel Flight data recorder. Ma la storia puzza. Come a Ustica.