Si infittisce il mistero delle navi dei veleni. La motonave Cunsky, che il pentito di ‘Ndrangheta Francesco Fonti (morto recentemente per cause naturali, dicono) aveva detto di avere affondato al largo della costa calabrese con il suo carico di rifiuti tossici e nocivi, non è stata demolita in India, così come era sempre stato detto. A comunicarlo alla Commissione parlamentare sulle ecomafie è stato il Governo indiano.
La notizia, riportata oggi dalla Gazzetta del Sud, in un articolo a firma del giornalista Arcangelo Badolati, è stata confermata all’Ansa dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo. La comunicazione del Governo indiano, infatti, è stata girata dalla Commissione alla Dda di Catanzaro che ha indagato su un relitto ritrovato al largo della costa di Cetraro, nel cosentino. Il relitto è stato poi identificato come quello del ‘Catania’, affondata nel 1917, durante la prima guerra mondiale, da un sommergibile tedesco. Cosa significa questo?.
Delle due l’una: il pentito Fonti aveva detto di aver affondato la motonave con il suo carico pericoloso a largo di Cetraro, in provincia di Cosenza. Il governo e le autorità lo smentiscono e affermano invece che la “Cunsky” è stata rottamata in India. Il governo indiano ha invece smentito chi aveva smentito Fonti. A questo punto seguendo la logica delle affermazioni avrebbe avuto ragione Fonti.
La Nave “Cunsky” sarebbe stata affondata al largo dello specchio d’acqua di Cetraro. La motonave Cunsky, fabbricata nel 1956 in Gran Bretagna, nel corso della sua vita ha cambiato nome diverse volte e con la denominazione di ‘Shahinaz’, secondo i registri internazionali, sarebbe stata demolita nel porto indiano di Alang nel 1992. Tesi, scrive Gazzetta del Sud, appunto smentita dal governo indiano. Fonti, nelle sue dichiarazioni, aveva detto di avere partecipato all’affondamento della Cunsky nel 1991, quando però la motonave aveva già cambiato nome, davanti alla costa di Cetraro.
Da qui l’apertura dell’inchiesta della Dda di Catanzaro archiviata dopo l’identificazione del relitto in quello della nave Catania. Tra l’altro, secondo i magistrati della Dda, le dichiarazioni di Fonti sulla vicenda si sono rivelate “irrimediabilmente false”. La notizia della mancata demolizione della Cunsky, tuttavia, non dovrebbe avere conseguenze giudiziarie. Secondo quanto si è appreso in ambienti della Procura, infatti, non ci sono dubbi sul fatto che la nave inabissata al largo di Cetraro è la ‘Catania’ e sulla sorte della motonave ‘Cunsky’ potrebbero esserci stati errori nella trascrizione sui registri navali.