Ci sono novità sull’omicidio di Ida Lagrutta, la gioielliera di 45 anni uccisa a novembre del 2011 durante una rapina nel suo negozio di Novara. I carabinieri del comando provinciale di Novara, hanno identificato il presunto killer della donna. Si tratta di Salvato Stentardo, già in carcere per un altro omicidio, quello di Maria Rosa Milani avvenuto a Oleggio nel 2014.
I militari hanno identificato Stentardo indagando proprio sull’omicidio di Oleggio. Nella cella dell’uomo sono state trovate alcune lettere in cui fa riferimento ad un bottino nascosto, probabilmente quello della rapina al compro oro, e nelle quali alcuni riferimenti espliciti lo collocano sul luogo del delitto nel periodo in cui è avvenuto il colpo.
Ma i colpi di scena non finiscono qui. Secondo quanto emerge, tra i sospettati vi sarebbe anche una donna che avrebbe assistito e, forse, anche collaborato al delitto per il quale ha ammesso le proprie colpe Salvato Stentardo. La posizione della donna è al vaglio degli inquirenti per stabilire il suo ruolo nel delitto.
Ida Lagrutta era stata colpita violentemente alla testa durante una rapina avvenuta il 18 novembre 2011 nel suo negozio “Compro Oro”, in corso Risorgimento. La donna, era stata dapprima ricoverata in coma per poi spirare il 28 novembre 2011, nell’ospedale Maggiore di Novara.
Quella sera la donna, che si era insospettita per l’intrusione del rapinatore, diede subito l’allarme ma è stata immediatamente colpita al capo dopo un disperato tentativo di difendersi. Il rapinatore è poi fuggito arraffando qualche gioiello e lasciando la donna in fin di vita sul pavimento, dietro al bancone dell’oreficeria.
L’allarme era scattato alla centrale milanese dell’agenzia di sicurezza alla quale la gioielleria era collegata, è “girato” alle forze dell’ordine di Novara che sono subito giunte sul posto. La porta d’ingresso, con i vetri blindati, era bloccata e per entrare e soccorrere Ida Lagrutta è stato necessario l’intervento dei Vigili del fuoco.
La svolta sull’omicidio arriva dopo oltre cinque anni di indagini serrate e scrupolose da parte dei militari di Novara. I sospetti dei carabinieri si erano concentrati da circa un anno su un individuo che è già in carcere per altri reati. L’inchiesta è stata coordinata dalla locale Procura della Repubblica.