MILANO – Maurizio Pozzi, il commerciante di 69 anni, trovato dalla moglie agonizzante venerdì sera nel loro appartamento in via Gian Rinaldo Carli 15, nel quartiere Affori alla periferia nord di Milano, non è morto accidentalmente, ma sarebbe stato ucciso.
Dall’autopsia sul corpo dell’uomo emerge che il decesso è stato causato da otto ferite alla testa, tre di queste mortali. Lesioni probabilmente inferte con un oggetto pesante non meglio specificato e “incompatibili” con una semplice caduta. Quindi, secondo gli inquirenti, si tratta di omicidio.
Inizialmente si pensava che la morte di Maurizio Pozzi fosse dovuta a una caduta accidentale in casa, ma gli esami hanno evidenziato uno scenario diverso da quello prospettato. L’uomo è stato ucciso con tale violenza gli è stato spaccato il cranio.
Le ferite non erano emerse subito, è stato ipotizzato, perché Pozzi era stato trasportato d’urgenza in ospedale nel tentativo di essere operato e salvato. Per questo i medici avevano ricucito le lesioni al capo. Purtoppo, dopo qualche ora è morto all’ospedale Niguarda. In seguito al referto, gli inquirenti hanno deciso di approfondire il caso disponendo l’autopsia i cui esiti sono sconvolgenti sulla morte dell’uomo.
Maurizio Pozzi era uno storico commerciante della zona Affori, e gestiva un negozio con la figlia e la moglie. È stata quest’ultima a dare l’allarme chiamando il 118 attorno alle 19.20 di venerdì. Il 69enne non aveva denunciato episodi di minacce. Gli uomini della Squadra Mobile di Milano diretti da Alessandro Giuliano, indagano per omicidio.