La Procura della Repubblica di Pordenone, guidata da Marco Martani, ha iscritto nel registro degli indagati Rosaria Patrone, la fidanzata di Giosuè Ruotolo, il militare 26enne indagato per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, trucidati a colpi di pistola la sera del 17 marzo scorso nel parcheggio del centro Fitness dove i due si allenavano.
“Favoreggiamento e false attestazioni”, sono le accuse che i magistrati di Pordenone muovono verso Rosaria Patrone. La ragazza verrà nuovamente interrogata mercoledì mattina in Procura.
La donna è la nuova indagata di questo puzzle ma, stato è ribadito in maniera categorica il mancato coinvolgimento della studentessa nell’omicidio: la donna, dice il suo legale, Costantino Catapano, il giorno del duplice delitto si trovava in Campania, a mille chilometri di distanza da Pordenone.
L’avvocato di Rosaria Patrone, ha manifestato tranquillità: “Pensavamo di aver chiarito tutto nelle tre sessioni-fiume di audizione cui la mia assistita era stata sottoposta. Evidentemente non è così e dunque ci affidiamo all’antico adagio secondo cui la giustizia deve fare il proprio corso e siamo fiduciosi”.
La donna è accusata di favoreggiamento e false attestazioni. Avrebbe contribuito a fornire alibi o copertura al fidanzato omettendo alcuni dettagli di cui poteva essere a conoscenza o modificando e cancellando la cronologia di taluni messaggi e chat in internet.
La posizione di Giosuè Ruololo, dopo l’interrogatorio fiume del 6 ottobre scorso in procura si era complicata. Aveva cambiato versione. Rispetto al “stavo a casa a giocare con la play station”, ammise che si trovava con la sua auto nei pressi del luogo del delitto e di aver “fatto sport al parco san Valentino”, lo stesso spazio verde dove si trova il laghetto dove è stata rinvenuta l’arma del delitto. La sua auto era stata immortalata dalle telecamere all’ora del crimine.