A volte capita d’imbattersi in storie che, tra il serio ed il faceto, stentano ad essere ritenute veritiere ma poi … la realtà supera la fantasia!
E’ quanto successo ai Carabinieri della Stazione di Pedara (Catania) che pensavano d’avere a che fare con un “comune” spacciatore di stupefacenti ed invece hanno conosciuto un 50enne di Trecastagni “Chef freelance”, almeno così egli stesso si è definito, ma andiamo per ordine.
I Carabinieri, nella loro attività di controllo del territorio, erano venuti a conoscenza che in quel paesino alle pendici dell’Etna un uomo coltivava marijuana ed era dedito allo spaccio, ragion per la quale, come innumerevoli altre volte per verificare la fondatezza della informazioni acquisite, si sono recati nell’abitazione in questione, presa in affitto dall’uomo in una zona “tranquilla”.
I militari quindi, alla presenza dell’interessato, hanno rinvenuto nascoste tra la vegetazione ed i panni stesi ad arte per occultarle alla vista 2 piante di marijuana di 2,5 metri d’altezza nonché, estesa la ricerca anche all’interno dell’abitazione, alcuni recipienti con le infiorescenze per l’essiccazione ed altri barattoli in vetro contenenti la medesima sostanza stupefacente per un totale di oltre mezzo chilo di marijuana e, soprattutto, tanti barattoli in vetro con all’interno alimenti a dir poco … speziati!
Effettivamente i militari sono stati attratti dalle etichette “Santa Caterina SballOlives”, poste su un barattolo contenente olive trattate alla marijuana, oppure da una bottiglia di vino “Kannamang” che potrebbe provocare particolari ubriacature ma non grazie all’alcol, oppure, anche, del caffè e del tonno aromatizzati alla cannabis.
L’uomo in particolare, con una non celata punta d’orgoglio, ha raccontato agli esterrefatti militari di considerarsi un “consulente agroalimentare della cucina mediterranea del terzo millennio”, nonché di operare nel settore gastronomico alla ricerca di nuovi gusti e aromi a beneficio dei palati sopraffini.
I Carabinieri però, di gusti culinari comuni, hanno preferito estendere la perquisizione anche all’automobile ed all’abitazione di residenza dello chef, rinvenendo ulteriori grammi di marijuana che, in considerazione delle quantità di sostanza stupefacente complessivamente rinvenuta e delle modalità di occultamento, hanno determinato il suo arresto.
L’uomo, inizialmente relegato ai domiciliari, dopo la convalida dell’arresto è tornato in libertà in attesa di essere giudicato per detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.