
“Noi siamo contrari ai grandi inciuci ma non possiamo essere accusati di essere i custodi di un eccesso di semplificazioni e ora complici di complicazioni”. “Per evitare il caos c’è un modo molto semplice: arrivare al 40 per cento, noi una volta ci siamo arrivati alle europee e le abbiamo vinte, l’altra volta è quando abbiamo perso. Sappiamo come si fa, non so se ce la faremo”. Lo ha detto Matteo Renzi dal palco di Rimini durante il meeting con gli amministratori locali del Pd.
“Il compito della politica – aggiunge – non è enunciare problemi ma risolverli, è inutile che dall’ultimo villaggio turistico alla moda in Africa, l’ultimo dell’anno, mi arriva – dice Renzi attaccando Grillo – lo spregiudicato pregiudicato a dire che il problema è la povertà. Vinciamo le elezioni confrontandoci sui contenuti e le idee, continuare a dire solo quali sono problemi e non le soluzioni può pagare a livello elettorale solo se noi siamo pigri, se giochiamo sulla difensiva”.
“Il punto – spiega il segretario nazionale del Pd – non è il giorno delle elezioni, se votiamo con la legge della Consulta o la legge x o y, sono specchietti per le allodolole. La questione reale è che il mondo cambia ad un ritmo talmente impressionate che o il Pd, prima comunità politica del paese, prova a giocare un ruolo di proposta o stiamo diventando il luogo in cui qualcuno fa un servizio per un certo periodo, pensa al proprio io e l’Italia gioca una partita di serie B”.
“Con buona pace di qualche compagno interno la competizione sarà a tre: il gruppo di Grillo, un’area di destra, vedremo se faranno accordi, un’area più legata al Ppe o se Berlusconi e Salvini si rimetteranno insieme. E poi ci sarà un’area variamente intesa che è l’area di chi invece di stare ad urlare alle sirene del Mediterraneo, di giocare allo sfascio vuole offrire proposte concrete, puntuali, anche avendo l’orgoglio di ciò che facciamo”.

“A chi dice – sottolinea Renzi – che dopo il 4 dicembre non è cambiato niente ricordo che oggi tutti sono preoccupati per le larghe intese mentre prima c’era il rischio deriva autoritaria. O si ha paura dell’uomo solo al comando o delle larghe intese, di tutti e due non possibile”.
“L’Italia è un bene così prezioso che bisogna aver la vertigine quando lo si serve. Non c’è dubbio che si può sempre fare meglio ma che squallore quando un minuto dopo la tragedia di Rigopiano si è cercato di gettare fango sulla protezione civile e sui volontari che salvavano vite”, ha concluso l’ex premier.