Le consultazioni del presidente della Camera Roberto Fico, incaricato da Mattarella per un mandato esplorativo, partiranno oggi a Montecitorio dove incontrerà i gruppi che sostenevano l’esecutivo precedente. Alle 16 con il Movimento Cinque stelle. In rapida successione, e fino alle ore 20, Fico consulterà anche Partito democratico, Italia Viva e Liberi e uguali.
Le consultazioni riprenderanno domenica mattina con il Gruppo parlamentare “Europeisti – MAIE – Centro Democratico” del Senato della Repubblica; poi il Gruppo Parlamentare “Per le Autonomie (SVP-PATT, UV)” di palazzo Madama, prima delle 13 il Gruppo Parlamentare Misto della Camera dei deputati limitatamente alle Componenti che fanno riferimento alla maggioranza: Centro Democratico- Italiani in Europa; Maie-Movimento associativo Italiani all’estero-Psi; Minoranze linguistiche, mentre alle 14, il Gruppo Parlamentare Misto del Senato della Repubblica limitatamente ai componenti che fanno riferimento alla maggioranza.
Con l’opposizione non vi sarà nessuna consultazione poiché il centrodestra ha espresso l’orientamento per le elezioni anticipate. Al momento, tranne l’Italia viva di Renzi, che verrà pure ricevuto oggi, in quanto considerato un gruppo che sosteneva il Conte 2, ma poi è uscita dalla maggioranza, Pd, M5s e Leu si sono espressi per il Conte ter.
Bisognerà capire domenica mattina, con i gruppi minori, se si riesce a trovare quella “maggioranza adeguata” auspicata dal capo dello Stato per varare il nuovo governo ‘Conte ter’. Al momento senza i renziani, che hanno un numero determinante al Senato, non vi sarebbero i numeri senza i Ciampolillo di turno. Bisogna convincere i “volenterosi” ad aderire alla nuova maggioranza che sosterrà l’avvocato. Ma la politica è compromesso e nessuno dà niente per niente…
Fico una volta terminato il giro di consultazioni, martedì, ma forse già lunedì sera, dovrà salire al Quirinale per riferire l’esito delle consultazioni, ossia se c’è una maggioranza che può sostenere Conte, oppure no.
Nel caso in cui non dovessero esserci i numeri, il presidente della Repubblica potrebbe optare per un governo tecnico di larghe intese (ciò che in sostanza vuole Renzi, che su Conte ha posto il veto politico, altrimenti non sarebbe uscito dal suo governo, ndr), sostenuto da tutti, tranne dal Centrodestra, a meno che Forza Italia non si sfili dalla coalizione guidata da Salvini per una nuova riedizione del patto del Nazareno col Pd ai tempi di Renzi premier. Gli azzurri, in questo caso, dovrebbero digerire i Cinquestelle visti da sempre come fumo negli occhi da Silvio Berlusconi. E viceversa.
L’ultima ma più remota opzione è quella delle elezioni anticipate, invocate da Salvini e Meloni. La questione centrale, tuttavia, è più personale che politica. Quasi nessun parlamentare vuole tornare a casa (chi li ricandiderebbe più con un parlamento quasi dimezzato dal taglio?), quindi pur di rimanere in sella alla poltrona per altri due anni sarebbero disposti ad appoggiare chiunque.
Dino Granata