Giusto un anno fa, il 18 gennaio 2017, la tragedia dell’hotel Rigopiano, a Farindola, dove trovarono la morte 29 persone a seguito di una enorme slavina che si è staccata dopo tre scosse di terremoto e ha travolto e distrutto la struttura. 11 furono i superstiti salvati dai soccorritori che hanno profuso uno sforzo sovraumano nel tentativo di salvare quante più vite possibili.
Alle 9.48 la cerimonia di deposizione di una corona davanti l’ingresso di quello che resta del resort. Una commemorazione iniziata col silenzio. A presiedere la breve e toccante cerimonia è il vescovo della Diocesi Pescara-Penne Monsignor Tommaso Valentinetti che nel corso della benedizione ha detto: “Il sole che splende oggi si è appannato nel cuore di tutti coloro che sono qui. Signore noi ti chiediamo di ridarci ora questo sole e la pace eterna a coloro che non sono più fra noi”.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato la tragedia affermando che resta una “profonda ferita per la comunità coinvolta e per il Paese intero”. “Desidero rivolgere – ha aggiunto il capo dello Stato – un commosso pensiero alle vittime e rinnovare la mia solidale vicinanza ai loro familiari e ai superstiti”.
“Le angosciose immagini diffuse in quei giorni durante le operazioni di salvataggio, scandite dal repentino susseguirsi, con il passare del tempo, di sentimenti ora di speranza e ora di sconforto, sono presenti nel cuore e nella memoria di tutti, così come la straordinaria generosità dei soccorritori, impegnati in attività di particolare complessità e in condizioni di estremo pericolo, a testimonianza dell’autentica solidarietà corale che il popolo italiano riesce a offrire nelle prove più drammatiche”, ha concluso il presidente Mattarella.
Un minuto di silenzio per ricordare le vittime della tragedia di Rigopiano è stato osservato prima dalla cabina di regia per la ricostruzione post sisma oggi a Pieve Torina (Macerata), che ha approvato un piano di opere per un miliardo e 35 milioni di euro, ha riferito il Commissario straordinario per la ricostruzione Paola De Micheli. “Non potevamo esimerci da un pensiero affettuoso per le famiglie delle vittime e dei sopravvissuti” ha detto durante la conferenza stampa, affiancata dai partecipanti alla cabine di regia: il capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli, i presidenti di Regione Luca Ceriscioli (Marche), Catiuscia Marini (Umbria), gli assessori Mario Mazzocca (Abruzzo) e Lucia Valente (Lazio).
Sono stati benedetti nel corso di una breve cerimonia i 29 lecci piantati nei pressi del palazzetto dello Sport di Penne (Pescara) per commemorare le vittime dell’hotel Rigopiano a un anno di distanza dalla tragedia: un percorso significativo che con lo sguardo abbraccia la scia bianca, ricordo della valanga, per arrivare al verde delle piantine, colore della speranza. L’iniziativa, realizzata dalla Pro Loco di Penne in collaborazione con l’amministrazione comunale, ha visto la partecipazione dei parenti delle vittime nell’ambito della commemorazione odierna. “Queste sono piante viventi – ha spiegato don Andrea Di Michele, parroco di S.Domenico di Penne – i nostri cari, le persone che hanno perso la vita a Rigopiano oggi vivono, vediamo che continuano a vivere: queste piante vivono, mentre la corona che deponiamo è fatta di fiori recisi, tagliati, le piante sono sempre viventi. L’idea è proprio questa, che i nostri cari continuano a vivere”.
Il triste ricordo di Giampiero Parete
“Mi sento miracolato. Non sappiamo cosa abbiamo fatto noi per meritare questo, cosa dovrei fare per ripagare tutto questo bene che mi è venuto addosso”. Parla Giampiero Parete, l’uomo che lanciò l’sos, scampato alla tragedia di Rigopiano, quel 18 gennaio di un anno fa, insieme alla moglie e ai due figli.
“Ho vissuto l’ultimo giorno dei 29 angeli. È difficile da dimenticare, sto sempre con il pensiero a loro”, ha detto Parete all’uscita dalla chiesa di Farindola dopo la messa per commemorare le 29 vittime.