“Non sono un terrorista, non sono latitante, la polizia tunisina mi ha interrogato tutto il giorno. Denuncio tutti!”. Sono le dichiarazioni di Atef Mathlouthi, il tunisino ricercato da ieri per una segnalazione su possibili attentati a Roma, che stato rintracciato da “Chi l’ha visto?” in Tunisia.
La segnalazione da Tunisi Nella segnalazione dell’ambasciata italiana a Tunisi si faceva riferimento ad Atef Mathlouthi, 41 anni, più volte arrestato dalla polizia per spaccio di droga. La foto segnaletica dell’uomo, sospettato di essere un islamista radicale, è stata diramata a tutti gli uffici investigativi e anche alle pattuglie sul territorio.
Non è ancora chiaro se lo spacciatore si sia effettivamente radicalizzato, chi siano i suoi contatti nel mondo jihadista e se frequenti luoghi di culto islamico a Roma o in altre città. Le forze dell’ordine stanno cercando di capire se sia davvero pericoloso. La lettera anonima recapitata all’ambasciata La lettera anonima, recapitata all’ambasciata a Tunisi, ha fatto emergere l’intenzione del quantunenne di compiere atti di terrorismo in Italia. Per questo le forze dell’ordine si sono messe sulle tracce di Mathlouthi, più volte arrestato a Palermo per spaccio di droga.
I militari dell’Arma lo stavano cercando a Roma e in altre città italiane. A quanto riferiva l’allerta l’uomo avrebbe avuto l’intenzione di compiere una serie di attentati nel centro della Capitale, prendendo di mira bar, siti turistici, centri commerciali e metropolitana.
Dopo l’allerta, è scattato immediatamente un rafforzamento della sicurezza con il coinvolgimento delle forze dell’ordine impegnate nella prevenzione antiterrorismo. Segnalazioni come queste, fanno sapere i carabinieri, sono abbastanza frequenti e negli ultimi mesi sono stati svolti molti accertamenti su persone ritenute più o meno sospette. In caso si rivelino fondate, poi, scatta il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale (solo negli ultimi tre anni ne sono stati emessi 262).
L’allerta, in ogni caso, resta elevata. Negli ultimi giorni poi sempre a Roma è scattata la caccia a tre tir rubati in un deposito per il timore che possano essere utilizzati in attentati. Tempo fa era successo con due taxi e prima ancora con auto di aziende private.