Corruzione, falso e turbativa d’asta. Questi i reati i reati contestati a quattro imprenditori e a due dipendenti del Comune di Roma che sono stati raggiunti da misure cautelari emesse dal gip su richiesta della procura. Indagata una funzionaria già condannata per Mafia capitale.
Una inchiesta che non ha nulla a che fare con il “Mondo di mezzo” di Buzzi e Carminati, ma che ha comunque al centro migrati, in questo caso la gestione di campi rom, stessi settori che hanno dato vita alla maxi inchiesta di Mafia capitale che coinvolse in modo trasversale apparati politici e imprenditoriali capitolini. Diverse sono state le perquisizioni disposte nel blitz.
I provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono a carico degli imprenditori delle coop, Roberto Chierici, Massimo Colangelo , Loris Talone e Salvatore di Maggio. Ai domiciliari vanno il funzionario del Comune di Roma, Alessandra Morgillo e il vigile urbano Eliseo De Luca.
Disposta una misura interdittiva per il funzionario Vito Fulco. L’ordinanza di arresto è stata firmata dal gip Flavia Costantini su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e dei sostituti Carlo Lasperanza, Edoardo De Santis, Luca Tescaroli e Maria Letizia Golfieri.
Nel procedimento risulta indagata anche Emanuela Salvatori, la funzionaria del Comune che lo scorso novembre è stata condannata a 4 anni di reclusione, in abbreviato, perché ritenuta soggetto in affari con il “ras” delle cooperative Salvatore Buzzi in uno dei filoni dell’inchiesta “Mafia Capitale”.
Una inchiesta, quella della Procura, che ruota attorno ad affidamenti diretti, presunte regalie che sarebbero state ricevute per agevolare la gestione di alcuni campi rom della Capitale. Il giro di tangenti contestato agli indagati dei dipartimenti politiche sociali e salute del Comune risale al periodo compreso tra la fine del 2013 e il marzo del 2014.
Un’altra inchiesta sui campi rom, tra arresti e tangenti. Il mio grazie alla Procura e alle forze dell’ordine.
Ora #voltiamopagina— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 21 giugno 2016
Una delle prime reazione al nuovo scandalo capitolino arriva dal neosindaco del M5S, Virginia Raggi che in campagna elettorale aveva già parlato degli affari di Mafia capitale e della gestione dei campi nomadi: “Grazie alla procura”.
Il passaggio di soldi tra imprenditori e funzionari – hanno costatato i carabinieri della compagnia Eur che hanno svolto le indagini – avveniva anche all’interno degli uffici del Campidoglio.
Le mazzette avevano importi che variavano dai 3.000 euro in su. Gli inquirenti sono riusciti anche a filmare il passaggio di denaro che in alcuni casi avveniva anche negli uffici del dipartimento politiche sociali.
L’inchiesta era partita da una serie di intercettazioni telefoniche in cui alcuni abitanti dei campi rom raccontavano del giro di mazzette tra imprenditori e funzionari comunali.