Salvatore Cuffaro, condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia, ha chiuso i suoi conti con la giustizia, grazie all’indulto di un anno per i reati “non ostativi” e lo sconto di 45 giorni ogni sei mesi per buona condotta, Per lui è la fine di un incubo (gli amici lo chiamano “calvario”) che vuole vivere in una dimensione privata.
“E’ bello respirare la libertà. Oggi posso dire di aver superato il carcere”, sono le prime parole dell’ex governatore siciliano annunciando di voler stare lontano dalla politica.
“La politica attiva, elettorale e dei partiti – ha detto Cuffaro – è un ricordo bellissimo che non farà parte della mia nuova vita. Ora ho altre priorità. Ho amato la politica e non rinnego nulla di ciò che ho fatto – ha aggiunto – non mi sento tradito. Nella mia coscienza – ha detto ancora Cuffaro – sono innocente. Sono andato a sbattere contro la mafia. Tornassi indietro metterei un airbag. Ho fatto degli errori, non mi voglio nascondere io li ho pagati, altri no. Ora credo di avere il diritto di ricominciare”, ha concluso “Totò” Cuffaro.
L’ex governatore della Sicilia aveva con sé degli scatoloni che contenevano lettere ricevute durante il suo periodo di detenzione. “Ho ricevuto 14 mila lettere – spiega – sono parte della mia vita. Le terrò con me”. Ad aspettarlo fuori dal carcere il figlio e il fratello Silvio.