Le autorità turche che indagano sul doppio attacco di sabato ad Ankara, cominciano a pensare che dietro l’attentato che ha causato finora 128 vittime tra i pacifisti filo curdi, ci sia la mano dell’Isis, mentre gli avversari del presidente Tayyip Erdogan attribuiscono a lui le responsabilità.
Autorevoli fonti della sicurezza turche, hanno detto che dai primi accertamenti, dietro il sanguinoso attacco di Ankara potrebbe esserci lo Stato islamico, attacco per molti versi simile all’attentato suicida di luglio a Suruc, vicino al confine siriano, la cui responsabilità è stata attribuita al fondamentalismo islamcio dell’Isis.
“Tutti i segni indicano che l’attacco potrebbe essere stato realizzato da componenti dell’Isil (Stato islamico dell’Iraq e Levante). Siamo completamente concentrati sulla Isil”, ha detto una delle fonti di sicurezza all’agenzia Reuters.
Il leader dell’opposizione Chp, Ahmet Kilicdaroglu, parlando dopo un incontro con il Primo Ministro Ahmet Davutoglu, ha riferito che gli era stato detto che entrambi i kamikaze erano uomini.
I funzionari governativi, dopo l’attentato di sabato, hanno comunque assicurano che, nonostante il più grave attacco terroristico della storia turca, non ci dovrebbe esserci alcun rinvio delle elezioni di novembre dove Erdogan spera di ripristinare la maggioranza assoluta in seno al parlamento.
Combattenti dello Stato islamico sono accampati vicino ai confini turchi, che segnano anche la frontiera del NATO, e la settimana scorsa la Russia ha lanciato attacchi aerei in Siria, dove i suoi aerei hanno ripetutamente violato lo spazio aereo turco.
Intanto, domenica migliaia di persone si sono radunate oggi davanti alla stazione centrale di Ankara per commemorare le vittime dell’attacco, ma anche per protestare contro Erdogan accusato di suscitare un sentimento nazionalista rispetto ai militanti curdi, la cui storia conta innumerevoli conflitti. Manifestazioni dello stesso tenore anche a Istanbul e in altre città turche
“Erdogan Assassino”, “Polizia assassina”, erano gli slogan che la folla scandiva in piazza Sihhiye, prima che venisse respinta dalla polizia in assetto antisommossa, con l’ausilio di cannoni ad acqua, per fermare il corteo nel quartiere dove si trovano governo e parlamento.
Il Partito popolare pro-curdi (HDP), in una nota ha scritto “che i manifestanti volevano lasciare dei garofani sul luogo dell’attentato, ma ciò è stato loro ha impedito dalla polizia che ha attaccando leader e manifestanti, alcuni dei quali rimasti feriti nella mischia”, si legge in un comunicato.
Le autorità turche si sono giustificati che era impossibile avvicinarsi al luogo della strage in quanto gli inquirenti stanno ancora effettuando rilievi. E proprio oggi, sarebbe stata rinvenuta una impronta che gli investigatori ritengono appartenga ad un kamikaze.