Dopo la revoca delle indagini su Consip ai carabinieri del Noe, la procura di Roma avrebbe avviato una serie di procedimenti, per il momento contro ignoti, in merito alla fuga di notizie sull’inchiesta sull’ente del Tesoro che ieri ha costretto i magistrati di piazzale Clodio a fare un reset sulla conduzione delle indagini, affidandole al nucleo investigativo dell’Arma della capitale.
Nel mirino degli inquirenti, quei pubblici ufficiali che hanno avuto a che fare con l’inchiesta e che dovessero risultare eventuali responsabili della fuga di notizie.
La violazione del segreto istruttorio riguarda anche la pubblicazione di atti di indagine coperti da omissis nei provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria. La vicenda sta facendo tremare palazzi e partiti politici sul mega appalto di 2,7 miliardi di euro di Consip in cui sono indagati pezzi grossi delle istituzioni. L’imprenditore campano, Alfredo Romeo, è stato arrestato nei giorni scorsi.
Ciò ha generato sconcerto negli inquirenti titolari degli accertamenti. In sostanza, le informative degli (ex) investigatori, secondo quanto accertato, sarebbero finite prima agli indagati e nelle redazioni dei giornali che ai titolari del fascicolo. Da qui l’indagine parallela per capire chi sia l’eventuale responsabile delle violazioni del segreto istruttorio.