Attenzione a quello che condividete, a quello che commentate fino ai tag alle foto, ai video su Facebook. Tra qui a poco, tutto ciò che era prima “riservato” (virgolettato d’obbligo) sul Social, cioè limitato alla visione dei soli amici, sarà pubblico, ovvero on search, ricercabile.
Signore e signori, si va sulla “Grafh Search”: l’ultima trovata di Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook per fare concorrenza ai giganti di Google. Lui, il ragazzo prodigio sostiene che il nuovo motore di ricerca starà attento alla privacy. Ci sarebbe da diffidare visto come è stato gestito finora il privato sul Social network.
In verità già adesso di Fb e Twitter, per citare i social più noti, si ottiene un largo rating sui search engine. La “Graph Search“, spiegano da Palo Alto, «è una ricerca social disegnata per poter ricevere una risposta esatta ad una domanda precisa».
Si tratta, dice il giovane miliardario Zuckerberg – di una ricerca online che è cosciente della privacy. Si può cercare solo quello che è stato condiviso», spiega. «Non si tratta di una ricerca web: la “Graph Search” e la Web Search sono molto diverse».
La “Web Search” sarebbe quella che conosciamo e ci imbattiamo tutti i giorni per ricercare l’impossibile. Un pozzo senza fondo che scrutiamo nel 90 percento dei casi utilizzando proprio il motore di ricerca di Google, di fatto molto invasivo, ma al tempo stesso prezioso per milioni di persone che ogni giorno lavorano utilizzando la piattaforma di Mountain View.
L’iniziativa di Zuckerberg dovrebbe rispecchiarsi in un search engine “etico”, cioè rispettoso del diritto alla privacy. In realtà appare solo un modo per “limitare” l’avanzata di Google, che spazia dal Cloud al Drive passando per la gestione della posta elettronica e tantissimi altri servizi fino alle mappe. Anche in questo caso è guerra a colpi di informatica, come le lotte all’ultimo pixel tra i giganti della telefonia e dei computer, vedi Apple e Samsung.