“Magari sul Colle salisse un ‘non politico’. E’ difficile che abbia quei 650-700 voti necessari, su cui convergere: sarebbe però un bellissimo segno di una politica che diventa servizio alla società civile, che possa rendere la società civile prioritaria”.
A confidare questo auspicio alla Radio Vaticana è il presidente della commissione episcopale per i problemi sociali ed il lavoro, monsignor Giancarlo Bregantini, intervistato della Radio Vaticana. L’arcivescovo di Campobasso si augura un ogni caso che prevalga alla fine “un nome di lunga durata e di forte spessore”, a cui i grandi elettori sappiano “guardare con gli occhi e il cuore di tutto il Paese italiano, di tutta la realta’ italiana, cioè quell’attenzione alle esigenze vere della gente, specie in questo momento di fatica nella crisi”.
“A questo ipotetico nome individuato con discernimento”, Bregantini indica attraverso i microfoni di Radio Vaticana tre priorita’: “prima di tutto, che ascolti molto i giovani e che quindi sia attento alle loro precarieta’; secondo, che sappia essere profondamente attento e molto vicino alla gente, e quindi anche umile, sereno, magari con costi ancora minori al Quirinale, con attenzione, in fondo, ai bisogni profondi e grandi della gente, che visiti molto le periferie della nostra Italia, si informi, prenda atto dal vivo delle situazioni particolari.
E, terzo, le alleanze mondiali le faccia con il cuore di Papa Francesco, cioe’ con il cuore delle periferie e non solo con le solite, consuete, grandi Nazioni”. “L’Italia – chiede il presule – sappia intrecciare rapporti in particolare con il Nord Africa: il Mediterraneo – cioe’ deve essere il primo grande cuore del nuovo presidente. E poi i Paesi dell’Est, in particolare in questo momento l’Ucraina, e infine i Paesi dell’Asia, senza dimenticare l’America Latina”.