Il candidato del partito laico Nidaa Tunes, Baji Caid Essebsi, ha vinto le elezioni presidenziali in Tunisia. Lo ha annunciato la commissione elettorale nel corso di una conferenza stampa. Essebsi ha ottenuto il 55,7% battendo al ballottaggio il suo rivale, il presidente uscente Moncef Marzouki. L’affluenza è stata del 60,1%.
Lo sfidante aveva contestato i risultati. Il presidente uscente Marzouki, alla notizia della possibile vittoria di Essebsi, non aveva ammesso la sconfitta. Il candidato laico e anti Isis, poco dopo la chiusura delle urne, aveva annunciato la vittoria, scatenando la gioia dei suoi sostenitori che hanno invaso le vie delle principali città del paese.
“Dedico la mia vittoria ai martiri della Tunisia”, ha affermato Essebsi, riferendosi alle vittime della “rivoluzione dei gelsomini”, che alla fine del 2010 ha fatto crollare il regime dell’ex presidente Zine El Abidine Ben Ali. “Ringrazio Marzouki – ha aggiunto il candidato di Nidaa Tounes, in un discorso alla tv – Ora dobbiamo lavorare uniti senza escludere nessuno”.
Le dichiarazioni di Essebsi, tuttavia, avevano trovato l’opposizione del presidente uscente, che ha spiegato di attendere i risultati ufficiali. “Oggi ha vinto la Tunisia, ha vinto la democrazia, dobbiamo restare uniti – aveva affermato Marzouki, rivolgendosi ai suoi sostenitori nella sede del suo comitato elettorale. “Nonostante le affermazioni del nostro avversario, tutti i segnali sono per noi positivi, guardiamo avanti”, aveva aggiunto. Successivamente Marzouki aveva rincarato la dose, sostenendo che le dichiarazioni di Essebsi non erano state “democratiche”.
La vigilia delle elezioni, secondo l’agenzia Fides, è stata caratterizzata da tensioni tra i due schieramenti, mentre alla vigilia del ballottaggio alcuni jihadisti tunisini legati allo Stato Islamico in Siria e Iraq avevano rivendicato gli omicidi di due oppositori degli islamisti avvenuti nel 2013. Si tratta di Chokri Belaid e Mohamed Brami.
Il Presidente eletto avrà dunque un ruolo decisivo nel futuro politico della Tunisia, dove l’ultima tornata elettorale ha visto la formazione di un Parlamento caratterizzato da un forte bipolarismo con i due partiti maggiori, Nidaa Tounes (86 seggi su 217) e l’islamico Ennhadha (69 seggi) costretti ad una difficile alleanza per poter governare. Il nuovo Capo della Stato dovrà indicare il premier per la formazione del nuovo governo.