A conclusione di una complessa indagine nel settore dell’edilizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, i Finanzieri della Compagnia di Chiari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del locale Tribunale, con la quale è stato disposto l’arresto di 17 persone (di cui 8 in carcere e 9 agli arresti domiciliari) e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre 8 persone accusate, a vario titolo, di aver frodato l’Erario per 1,364 miliardi di euro.
Le indagini, iniziate nel 2015, hanno permesso di dimostrare una serie di reiterate condotte fraudolentemente poste in essere nel tempo da uno studio di consulenza tributaria e del lavoro di Milano, i cui consulenti hanno fornito ai propri clienti una vera e propria “assistenza frodatoria” fiscale e previdenziale, falsificando le contabilità societarie con fatture inesistenti – prodotte tramite l’utilizzo dei loghi di ignare imprese del settore – al fine di creare la provvista d’I.V.A. necessaria da poter poi utilizzare nelle successive compensazioni d’imposta, attraverso la presentazione in banca di falsi modelli di pagamento F24.
Alla clientela più esigente veniva fornito il pacchetto “All Inclusive”, con tanto di notaio, domiciliazione fittizia presso uno dei tanti virtual office individuati in Milano, prestanome, tenuta ed aggiornamento della contabilità, fino alla presentazione dei falsi modelli di versamento F24.
Delle 176 società clienti dello studio di consulenza, i cui veri amministratori sono risultati quasi tutti soggetti bresciani, principalmente dell’area di Palazzolo, Orzinuovi, Castrezzato, Rovato, Chiari e della bergamasca, nr. 132 sono risultate fittiziamente domiciliate in uno dei luoghi messi a disposizione dal medesimo studio di consulenza; nr. 164 hanno annotato fatture false e tutte hanno eseguito illecite compensazioni ed occultato la contabilità aziendale.
A conclusione del servizio, il Gip ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare che ha portato 4 soggetti bresciani, 3 bergamaschi e 1 parmense in carcere; 6 soggetti bresciani e 2 bergamaschi agli arresti domiciliari e 4 soggetti bresciani, 2 bergamaschi, 1 lodigiano e 1 varesino all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
I reati contestati a vario titolo sono stati: dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili, indebita compensazione, truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, impiego di denaro, beni od utilità di provenienza illecita, sostituzione di persona, falsa dichiarazione ad un pubblico ufficiale sulla propria od altrui identità e, soprattutto, l’associazione a delinquere a carico dei responsabili dello studio e dei loro prestanome.
L’autorità giudiziaria inquirente ha ulteriormente disposto il sequestro di tutti i beni mobili, immobili, risorse finanziarie e valori di ogni genere, fino al raggiungimento di oltre 180 milioni di euro consentendo così di sequestrare 58 autoveicoli, 199 unità immobiliari e 22 terreni (il tutto dislocato in una ventina di comuni tra le province di Genova, Cremona, Milano, Bergamo, Brescia, Pavia, Varese, Verona e Catania).
La scoperta di gravi frodi come questa è il prioritario obiettivo a cui tende il dispositivo operativo del Corpo nell’ambito del contrasto all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali: dispositivo che dal 2018 sarà ancora più efficace grazie alle ulteriori direttive in materia in vigore da pochi giorni con la nuova circolare n. 1 del 2018 del Comando Generale della Guardia di Finanza.
Chi utilizza fatture false e mette in piedi sistemi articolati e complessi di frode come quelli dell’odierna indagine è un vero e proprio criminale fiscale che sottrae risorse fondamentali per lo sviluppo e la crescita economica del Paese, a discapito degli imprenditori e professionisti che svolgono ogni giorno la loro attività nel rispetto delle regole.