di Alessandro Orsini
“L’Ucraina è attesa da una grande tragedia nazionale nel 2024-2025. Le cause di questo prevedibile futuro sono politiche, economiche e militari.
Sotto il profilo politico, i governi che hanno annunciato il disimpegno sono almeno quattro. Oltre all’Austria, anche Ungheria, Polonia e Slovacchia. Si aggiunga la decisione del Partito Repubblicano di bloccare i 24 miliardi di aiuti a Zelensky promessi da Biden. I media italiani minimizzano questi fatti, ma la strada del disimpegno è imboccata e vedrà aumentare i suoi sostenitori con il naufragio della controffensiva.
Sotto il profilo economico, l’Unione europea è in recessione mentre la Russia fa ottimi affari. Putin ha sottratto al mercato milioni di barili di greggio d’intesa con i sauditi. Siccome la domanda resta alta, il prezzo del petrolio si è impennato e gli italiani pagano il pieno di benzina più dell’automobile.
Per pudore, tralascio di indicare i miliardi che la Russia incassa dal petrolio ridicolizzando Mario Draghi che fantasticava di fissare il tetto massimo del barile russo a 60 dollari. Una fantasticheria che non qualifico in questa sede per motivi di decoro. Risultato: gli analisti prevedono il barile a 100 dollari mentre l’economia italiana è strozzata e rischia di spezzare le gambe al già zoppo Meridione.
Sotto il profilo militare, i soldati ucraini cadono a migliaia senza ottenere niente perché la Russia è sovrastante nell’artiglieria e nei soldati, ovvero in ciò che fa la differenza nella guerra d’attrito.
Putin controlla i cieli e sta pure caricando una quantità impressionante di mezzi militari e di soldati. Diecimila uomini sono appena arrivati a Bakhmut; 10.000 paracadutisti d’élite sono stati inviati nell’area di Robotyne; circa 100.000 soldati sono pronti a sfondare a Kharkiv; 400.000 sono stati contrattualizzati e 130.000 sono stati chiamati alla leva. I caduti, in questa fase di tiro al piccione, sono quasi tutti ucraini.
Putin aveva parlato di 70.000 soldati ucraini uccisi. Ella Libanova, direttore dell’Istituto Ptoukha per la demografia e gli studi sociali dell’Accademia nazionale delle scienze, il più importante ente governativo di ricerca dell’Ucraina, ha rivelato al Corriere della Sera che i soldati ucraini uccisi dall’inizio della guerra sono circa 100.000, soprattutto maschi in età riproduttiva con ricadute iper-tragiche sul futuro del Paese.
Ecco gli esiti delle politiche del blocco occidentale in Ucraina. In una democrazia liberale, La Stampa, Repubblica e il Corriere della Sera, chiederebbero conto a Draghi delle sue scelte sciagurate. Ma non possono perché le hanno celebrate. Il che significa che, in Italia, la grande stampa non svolge quella funzione di controllo e di denuncia degli errori del potere pubblico richiesta dalle società aperte.
Si vocifera che Draghi, a cui Ursula von der Leyen ha affidato un incarico per risospingerlo nella politica italiana, potrebbe sostituire Giorgia Meloni che ha vinto le elezioni. Dal momento che lo scontro frontale con la Russia imposto anche all’Italia da Draghi ha causato la distruzione dell’Ucraina e l’affossamento dell’Italia, perché quest’uomo continua a essere considerato una “risorsa” per il nostro Paese? Il fallimento delle scelte di Draghi è talmente solare che soltanto un’informazione malata potrebbe mascherare. L’Unione europea ha rifiutato la diplomazia con Putin presupponendo che l’Ucraina avrebbe sconfitto la Russia con l’aiuto della Nato. Non è accaduto ed è giusto che qualcuno paghi per questo spaventoso errore di sottovalutazione”.