«Dopo aver sostenuto di fatto Angela Merkel e la sua politica recessiva sangue, sudore e lacrime, il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, oggi piange sulla disoccupazione ”superiore all’11% nell’Eurozona”, citando Marx con riferimento alle politiche di sostegno dei lavoratori da applicare per farvi fronte».
Lo afferma l’ex ministro Renato Brunetta in replica alle affermazioni di Jean Claude Juncker. ”Lacrime di coccodrillo – aggiunge Brunetta – di miopi eurocrati del nord, egoisti e stupidi, che hanno sbagliato tutto in questa crisi. Non basta ammettere di avere esagerato.
E’ ora che il presidente Juncker e i suoi colleghi facciano autocritica: in Europa abbiamo sbagliato tutto. Si corra subito ai ripari, cambiando questa politica economica infame impostaci da Angela Merkel e da tutti i suoi sodali, dentro e fuori il partito popolare europeo”. In verità già la scorsa estate Junker aveva attaccato la Germania di Angela Merkel. “La Germania tratta l’Eurozona come filiali”, aveva affondato.
Oggi il presidente mette a nudo i limiti dell’Europa e lo fa esprimendo dure critiche al sistema, ai partener e alla moneta unica. «La situazione della disoccupazione è drammatica. Noi avevamo detto che l’Euro avrebbe riequilibrato la società e invece la disoccupazione aumenta. Iniziamo il 2013 in una situazione nettamente migliore rispetto all’anno scorso, – ha aggiunto Junker – il 2012 é stato un anno di risultati positivi per la zona euro”. Secondo Juncker, «occorre ritrovare la dimensione sociale dell’unione economica e monetaria, con misure come il salario minimo in tutti i Paesi della zona euro, altrimenti perderemmo credibilità e approvazione della classe operaia, per dirla con Marx.
I tempi che viviamo sono difficili, non dobbiamo dare all’opinione pubblica l’impressione che il peggio sia alle nostre spalle perché ci sono ancora cose da fare molto difficili”. Nella Unione Europea “non c’é accordo sulla strada da imboccare nei prossimi anni. «Gli Usa e gli altri ci interpellano a proposito e noi abbiamo solo risposte di cortissimo respiro”, ha detto ancora il presidente dell’Eurogruppo, lamentando come nell’ultimo vertice Ue i leader hanno fatto osservazioni discordanti sulla road map descritta dai 4 presidenti Draghi, Juncker, Van Rompuy e Barroso sul rafforzamento della governance.
“Non bisogna credere che sarebbe giusto avere politiche di austerità che chiedono i più grandi sforzi ai più deboli”, ha detto ancora. “Vorrei che le conseguenze della crisi ricadessero sui più forti: questa è solidarietà sociale. Non dico che i miliardari debbano per forza pagare, – ha concluso Junker – dico che non mi va che i miliardari non paghino”.