La Lombardia è la regione più competitiva tra quelle italiane ma risulta solamente 143ma tra le 263 regioni Ue. E’ quanto emerge dall’edizione 2016 dell’Indice di competitività regionale (Rci), elaborato dalla Commissione europea e reso noto oggi. La regione di Londra, è prima in classifica, seconda una regione olandese e poi altre tre regioni britanniche. Il dato inglese sorprende dopo la Brexit. Sicilia e Calabria sono fanalino di coda della classifica.
Nel documento si sottolinea tra l’altro il fatto che la Lombardia, pur essendo 37ma in Europa per Pil pro-capite, in termini di competitività non presenta i risultati “che ci si aspetterebbe”. Stessa osservazione viene formulata per molte altre zone d’Italia come le province autonome di Trento e Bolzano, il Friuli, il Veneto il Lazio e la Valle d’Aosta. Calabria e Sicilia figurano poi nel plotone di coda della classifica Rci rispettivamente al 235mo e al 237mo posto.
Lanciato nel 2010 e pubblicato ogni tre anni, il Rci vuole aiutare le regioni Ue a monitorare i propri miglioramenti e confrontarli con quelli di altri territori europei. “Le regioni delle capitali tendono a essere le maggiormente competitive nei rispettivi Paesi”, si legge nel report, “le uniche eccezioni” sono Germania, Paesi Bassi e Italia, dov’è la Lombardia a fare da traino.
Tuttavia la regione, pur essendo 37ma per Pil pro capite è solo 143ma su 263 per competitività. La grande disparità fra le due performance in Lombardia è portata a esempio dagli autori dello studio come caso in cui i risultati in termini di competitività non corrispondono a quanto ci si aspetterebbe da regioni con un Pil pro capite simile.
La stessa situazione è stata riscontrata per le province autonome di Trento (41ma per Pil, 153ma nell’Rci) e Bolzano (19ma per Pil, 160ma° nel Rci), Friuli (91ma per Pil-162 nel Rci), Veneto (69mo per Pil, 169mo nel Rci), Lazio (56mo per Pil, 156mo nel Rci) e Valle d’Aosta (31ma per Pil, 177 nel Rci).
A guidare la speciale classifica Rci c’è la regione di Londra, che è riuscita a scalzare per la prima volta la regione olandese di Utrecht, scesa al secondo posto al pari degli territori britannici Berkshire, Buckinghamshire e Oxfordshire. All’altro capo della graduatoria, ci sono una regione della Grecia, una della Romania e la Guyana francese, la più lontana geograficamente dall’Ue.
Nello studio vengono presi in considerazione non sono solo i fattori economici, ma anche, ad esempio, il welfare, le infrastrutture, il livello di educazione e il funzionamento del mercato del lavoro. Il Rci “rinvigorisce gli sforzi della Commissione per supportare le riforme strutturali e stimolare le capacità d’innovazione delle regioni Ue attraverso gli investimenti nella politica di coesione”, ha sottolineato la commissaria Ue alla Politica regionale, Corina Cretu.